Ex Riuniti, i fedeli ortodossi sulla chiesa
«Come casa nostra, non si può vendere»

Una frase su tutte viene ripetuta dagli ortodossi romeni davanti alla chiesa degli ex Riuniti: «Non si può vendere una chiesa come un’auto o una casa». Il riferimento è all’asta indetta giovedì dall’Asst Papa Giovanni tramite cui l’Associazione musulmani di Bergamo si è aggiudicata la cappella dove dal 2015 la comunità ortodossa romena ha trovato casa.

Incerti su ciò che accadrà, rammaricati per una situazione fuori dal loro controllo e anche delusi da quello che è sembrato loro quasi un tradimento, come ogni domenica i fedeli ortodossi si sono ritrovati in largo Barozzi per la Messa. «C’è tanto dispiacere – dice Tipa Lazar, uno dei fedeli –, siamo in una situazione di disagio. Speriamo che ci lascino continuare a venire qui, questa è la nostra seconda casa». Da tre anni la chiesetta è il punto di riferimento per oltre 2 mila ortodossi romeni a Bergamo e dintorni, in attesa ora di capire cosa accadrà.

L’unico spiraglio rimane il diritto di prelazione di cui la Regione ha promesso di avvalersi. «L’umore è buono perché il presidente della Regione Attilio Fontana, venerdì sera al telefono, mi ha assicurato che tutto sarà messo a posto – rassicura Gheorghe Velescu, responsabile della Diocesi ortodossa romena –. La Regione ha il diritto di prelazione e quindi la chiesa sarà ricomprata e affidata a noi. Non sappiamo quali saranno le condizioni, ma penso che sapremo qualcosa entro tre mesi. Intanto abbiamo un accordo verbale con Fontana, ma anche un accordo scritto con il contratto di comodato d’uso gratuito che scade il 30 giugno. E il contratto deve essere rispettato. La Regione ha fatto una promessa e io ci credo».

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