Falsi matrimoni per permessi di soggiorno
Sette arresti, perquisizioni a Bergamo

Cinquemila euro per avere un permesso di soggiorno grazie a matrimoni fittizi o falsi contratti di lavoro.

Cinquemila euro per avere un permesso di soggiorno grazie a matrimoni fittizi oppure falsi contratti di lavoro. Sette persone, quattro livornesi e tre napoletani, sono stati arrestati con l’accusa di favoreggiamento all’immigrazione clandestina dalla Squadra mobile di Livorno. Sono in corso 11 perquisizioni domiciliari a carico di altrettanti cittadini stranieri in varie città italiane tra cui Bergamo.

Il personale della Squadra mobile di Livorno, nella mattinata di venerdì 31 maggio, ha dato esecuzione all’ordinanza emessa dal Gip del Tribunale di Livorno nei confronti di: G.R, cl.56, I. F., cl.1942 e V.A., cl.1970, destinatari della misura cautelare della custodia in carcere; S. R, cl.1954, D. F., cl.1961, M. S., cl.1982, D. R. cl.1968, destinatari della misura cautelare degli arresti domiciliari con dispositivo elettronico di controllo.

L’attività d’indagine ha avuto inizio nell’ottobre del 2018, quando l’Inps di Livorno ha segnalato a questa Squadra mobile l’esistenza di rapporti lavorativi domestici definiti «sospetti» perché mancanti di alcuni requisiti richiesti e in cui tre indagati figuravano come datori di lavoro di numerosissimi cittadini stranieri.

«Successivi sviluppi investigativi, consistiti nell’acquisizione di documentazione amministrativa presso diversi Uffici Immigrazione del territorio italiano – spiegano gli inquirenti –, nonché mediante la disamina di documentazione bancaria, supportati da attività di intercettazioni telefoniche, hanno consentito di accertare che tre di loro, coadiuvati dagli altri indagati, hanno posto in essere un articolato e ben collaudato sistema diretto a favorire, mediante la produzione di contratti di lavoro ideologicamente falsi ovvero mediante la realizzazione di matrimoni fittizi con cittadini italiani, la permanenza illegale di cittadini stranieri che, in tal modo, hanno ottenuto, pagando un corrispettivo che poteva arrivare anche alla cifra di 5.000 euro, il permesso di soggiorno».

Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari, sono state eseguite alcune perquisizioni anche con la collaborazione delle Squadre Mobili di Roma, Mantova, Lecco, Sondrio e Bergamo e Parma delegate dall’Autorità giudiziaria, nei confronti di 15 cittadini stranieri di diversa nazionalità, tutti ritenuti responsabili del reato previsto e punito dagli articoli 48 e 479 c.p. avendo gli stessi indotto in errore, mediante la produzione di documentazione fittizia (contratti di lavoro, buste paga, Cud), i pubblici ufficiali preposti al rilascio dei permessi di soggiorno, i quali conseguentemente hanno rilasciato permessi di soggiorno ideologicamente falsi, in quanto attestanti la sussistenza dei necessari presupposti di legge in realtà insussistenti. Sono ancora in atto approfondimenti delle attività investigative volte a verificare ulteriormente la posizione di cittadini stranieri che hanno utilizzato contratti di lavoro inesistenti, sia pur regolarmente denunciati, per ottenere un titolo di soggiorno.

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