Fatture false e finte assunzioni nel settore edile, 5 arresti e sequestri per 7 milioni

Nella mattinata del 9 giugno, su delega della Procura della Repubblica di Modena, la Guardia di Finanza di Modena, con il supporto di quella delle province di Bergamo, Brescia e Verona, ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare a carico di 5 persone residenti nella Bergamasca.

Nella mattinata del 9 giugno, su delega della Procura della Repubblica di Modena, la Guardia di Finanza di Modena, con il supporto di quella delle province di Bergamo, Brescia e Verona, ha dato esecuzione ad una ordinanza di custodia cautelare personale, emessa dal Gip del Tribunale di Modena su richiesta del Pubblico Ministero, nei confronti di 5 persone (tre in carcere e due agli arresti domiciliari), quattro uomini ed una donna, tutti italiani, tra cui un professionista, residenti in provincia di Bergamo, indagate, unitamente ad altre 5, a vario titolo, per le ipotesi di reato di emissione ed utilizzo di fatture per operazioni inesistenti, infedele dichiarazione, indebita compensazione di imposte ed autoriciclaggio. Contestualmente sono state eseguite diverse perquisizioni ed è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca, anche per equivalente, fino alla concorrenza dell’imposta evasa accertata, pari a circa 7 milioni di euro.

I provvedimenti cautelari sono scattati a seguito di un’indagine condotta dai militari del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena: secondo le accuse, tre società, due con sede nella provincia di Modena ed una nella provincia di Brescia - tutte formalmente operanti nel settore edile - sarebbero state create con l’unico scopo di assumere solo sulla carta del personale ed utilizzate come centri di imputazione di tasse, oneri fiscali, contributivi, previdenziali ed assistenziali. Obblighi, questi ultimi, che sarebbero stati tutti fittiziamente ottemperati attraverso un sistematico ricorso a indebite compensazioni d’imposta mediante l’utilizzo di crediti inesistenti creati ad hoc grazie all’utilizzo sistematico di fatture per operazioni inesistenti. Così facendo, secondo quanto ricostruito dalle Fiamme gialle, oltre all’indebito vantaggio fiscale, gli indagati sarebbero riusciti ad ottenere anche il regolare rilascio del Durc e, quindi, abbattendo significativamente i costi di gestione dell’impresa, ad offrire a vari committenti manodopera a prezzi maggiormente concorrenziali.

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