Fiamme in una stanza della Psichiatria
Indagini sulla morte della 19enne

Avrebbe compiuto 20 anni a ottobre la ragazza della Bassa Bergamasca, mamma brasiliana e papà italiano, morta nel rogo scoppiato all’ospedale Papa Giovanni di Bergamo. Era ricoverata nel reparto di Psichiatria dall’8 agosto e avrebbe provocato lei l’incendio che ha completamente distrutto la sua stanza al terzo piano e costretto all’evacuazione tutta la Torre 7.

Quando gli infermieri del reparto, scattato l’allarme antincendio, hanno cercato di entrare nella sua camera, non hanno potuto fare nulla per salvarla: hanno aperto la porta, chiusa a chiave per sicurezza, ma si sono trovati davanti, recita il comunicato dell’ospedale, «un muro di fumo e nonostante l’uso dell’estintore non è stato possibile raggiungerla. Hanno tentato diverse volte, anche con gli addetti della squadra antincendio, senza purtroppo riuscire».

L’allarme è scattato alle 10: in pochi minuti le fiamme hanno avvolto il letto e i vestiti della ragazza e distrutto la stanza, mentre il fumo ha invaso il reparto e tutti i piani della Torre 7. Subito sono stati evacuati gli altri pazienti della Psichiatria 1 e 2 al terzo e quarto piano (35 in tutto), della Nefrologia e dell’Oncologia che si trovano al secondo piano, e il personale degli uffici e dei laboratori di Ematologia, Immunoematologia e Medicina trasfusionale. In totale 80 pazienti che sono stati accolti nell’area destinata al «Piano emergenza maxi afflusso feriti» e nelle ali dedicate all’Osservazione temporanea 1 e 2.

In meno di due ore tutti i pazienti non psichiatrici sono stati trasferiti in altri posti letto liberi dell’ospedale. La Croce Verde di Albino ha provveduto a trasferire tre pazienti della Psichiatria ad Alzano Lombardo, uno a Leno, tre a Treviglio, uno al Centro Assistenziale di Bergamo via Bosis, uno al Centro Assistenziale di Bonate Sotto, uno all’ospedale di Iseo, uno all’ospedale di San Giovanni Bianco e uno al Centro Assistenziale di Grumello del Monte. Due sono stati dimessi come già programmato e martedì sera erano in corso altri nove trasferimenti. Tre infermieri e tre pazienti della Psichiatria si sono fatti visitare al Pronto soccorso dopo aver respirato il fumo, ma nessuno ha avuto bisogno delle cure mediche. Parte dei pazienti sono stati trasportati anche dalla Croce Rossa di Bergamo con ambulanze messe a disposizione immediatamente alla Direzione sanitaria dalle sedi di Bergamo e di tutta la provincia.

In ospedale sono arrivati gli agenti della questura, i carabinieri della Compagnia di Bergamo, la Polizia locale. Le indagini, coordinate dal pm Letizia Ruggeri, sono affidate alla squadra Mobile della questura. Al momento non sono stati trovati inneschi, ma le operazioni sono difficili perchè all’interno è tutto carbonizzato. Una prima ipotesi è che sia stata la diciannovenne a dare fuoco con un accendino. Al momento l’ipotesi di reato che si potrebbe profilare è quella dell’omicidio colposo contro ignoti, l’autopsia sul corpo della diciannovenne è in programma la prossima settimana.

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