Finita la fuga di Johnny lo «zingaro» -Foto
Catturato in Toscana il sinti bergamasco

Giuseppe Mastini, 60 anni, il vero terrore di Roma criminale degli anni ’70 e ’80 è era fuggito dal regime di semilibertà 25 giorni fa e era ricercato in tutta Italia. L’uomo che doveva scontare un ergastolo è nato a Ponte San Pietro da una nota famiglia di giostrai di origine sinti di passaggio nella nostra provincia.

La fuga di Johnny lo zingaro è finita nella serata di martedì 25 luglio a Taverne d’Arbia, in provincia di Siena, con l’intervento degli investigatori del polizia che l’hanno catturato a 25 giorni dall’evasione, al termine di una lunga indagine cominciata il 30 giugno scorso e che ha coinvolto il Servizio centrale operativo, le Squadre Mobili di Cuneo, Lucca e Siena, oltre agli uomini della polizia penitenziaria. Giuseppe Mastini, l’ergastolano cinquantasettenne noto con il soprannome che è entrato negli annali della cronaca nera, è stato arrestato insieme alla donna con la quale aveva intrecciato, dal carcere, una relazione e che si trovava agli arresti domiciliari. Anche lei, Giovanna Truzzi, il 30 giugno scorso è scomparsa dalla casa in cui scontava la detenzione, e inseguendo le tracce di un intenso traffico telefonico gli investigatori hanno preso entrambi, ieri sera, in una appartamento della frazione di Siena di alcuni parenti della donna. Né Mastini né Giovanni Truzzi hanno opposto resistenza al momento dell’arresto.

Già conosciuto alle forze dell’ordine per alcuni furti, rapine e un omicidio, fu condannato all’ergastolo nel 1989 in seguito a una serie di sparatorie e sequestri di persona effettuati a Roma nella notte del 23 marzo 1987. È stato inoltre indicato, seppure senza comprovati riscontri, come possibile complice dell’omicidio dello scrittore Pier Paolo Pasolini per via di un’amicizia con Giuseppe Pelosi e con i due fratelli Borsellino, militanti neofascisti ed amici di Pelosi, che anni dopo lo accuseranno di aver partecipato al massacro (episodio del quale gli stessi ragazzi si erano vantati alcuni mesi dopo i fatti dell’Idroscalo).

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