«Focolai più diffusi a causa delle varianti»
Il consiglio degli esperti: no a dpi di stoffa

Gli epidemiologi: «La presenza sempre più diffusa di varianti, con la maggiore forza di contagiosità ormai dimostrata a livello scientifico, ha determinato un veloce innalzamento dei casi incidenti»

Secondo gli epidemiologi di Ats Bergamo, a far schizzare i nuovi casi di Covid-19 ci sarebbe principalmente un fattore: «La presenza sempre più diffusa di varianti, con la maggiore forza di contagiosità ormai dimostrata a livello scientifico, ha determinato un veloce innalzamento dei casi incidenti, con l’insorgere di numerosi focolai, in particolare evidenti in ambito scolastico – spiegano gli esperti –. Ciò spiega il prosieguo del trend incrementale della curva epidemica che emerge dal monitoraggio di questa settimana e che ci porta nuovamente a ribadire l’importanza di mantenere elevata l’attenzione su tutto il territorio, in particolare sulle aree in cui singoli comuni presentano nuovi focolai». Aree che gli epidemiologi individuano negli Ambiti confinanti la provincia di Brescia, particolarmente in sofferenza da settimane, e il distretto di Bergamo Ovest.

«In termini generali, l’incremento appare diffuso in buona parte del territorio bergamasco – precisano dall’Ats Bergamo -. L’area meno impattata è nuovamente quella afferente all’ambito della Valle Brembana, mentre i Comuni maggiormente impattati nella settimana in studio sono quelli di Valgoglio, Vedeseta, Gorlago e Arcene». Dal Servizio di Epidemiologia dell’Azienda di tutela della Salute arriva ancora una volta l’invito a non abbassare il livello di guardia, soprattutto in quei contesti in cui il contagio sembra essere più facile. «Dobbiamo rispettare rigorosamente tutte le norme previste, in particolare sul distanziamento sociale e sull’utilizzo dei mezzi di protezione individuale: in primis usando la mascherina chirurgica, evitando quelle di stoffa non certificate, e applicando tutte le misure in famiglia e nelle situazioni extra-famigliari, in particolare per quanto è correlabile ai trasporti pubblici e alla quota di attività didattiche in presenza, alle attività extra scolastiche (soprattutto le attività sportive collettive) nonché ad altre situazioni in cui aumenta il rischio di contagio. Pensiamo a mense, bar, ristoranti e negozi, solo per citarne alcuni».

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