Fontana sulla zona rossa a Bergamo
«Era già tardi, più potere ai governatori»

«Adesso si dice il caso Lombardia, in realtà non è un caso Lombardia. È un caso Lodi Cremona, Bergamo Brescia e Piacenza».

«Perché sono quei territori «che hanno avuto una diffusione assolutamente anomala rispetto a tutto il resto». È quanto ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, martedì 28 aprile, in collegamento con Mattino Cinque, parlando dell’epidemia di coronavirus.

Milano «mi preoccupa sempre - ha risposto Fontana sul capoluogo lombardo - però mi sembra che si sia in un momento in cui il virus sta rallentando, in cui il contenimento ha avuto successo, in cui i numero stanno gradualmente, lentamente, non miracolosamente scendendo». «Io - ha continuato - speravo che scendessero più rapidamente, però scendono. Credo veramente che siamo nella fase calante dell’infezione».

Fontana si è detto convinto che «se si devono chiudere 10 comuni, come è successo nella zona di Codogno, ci vuole una persona che coordina il tutto», quindi «sarebbe opportuno che si stabilisse e che si desse al Governatore di utilizzare anche la forza pubblica per fare le chiusure». Quanto alla Bergamasca, «io non voglio ergermi a difensore di nessuno - ha sottolineato - perché credo che lì il focolaio fosse già partito. Quando si è pensato a chiudere quella zona forse era già un po’ troppo tardi, ma questa è una valutazione mia. Io sono convinto che in quella zona della Lombardia il virus circolasse già da più di un mese e fosse ormai diffuso in una maniera capillare».

«Ci sono tante considerazioni, il presidente si è impegnato a darmi una risposta sui vari punti che gli ho detto». Lo ha spiegato sempre Fontana, parlando dell’incontro avuto lunedì 27 in Prefettura a Milano con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. «Ho parlato con il Presidente innanzitutto di trovare soluzioni per le famiglie, perché è ovvio che con chiusura delle scuole, degli asili e dei nidi se entrambi o genitori devono tornare al lavoro si trovano i evidente difficoltà».

Poi «ho fatto delle proposte circa la possibilità di spalmare l’inizio dell’orario lavoro in fasce distribuite lungo la giornata, in modo da evitare grossi affollamenti su trasporto pubblico locale» e anche «dei problemi attinenti ai controlli» all’accesso sui mezzi pubblici. A Conte Fontana ha posto infine la questione delle mascherine, «se siano obbligatorie solo sui locali pubblici o anche all’aperto». Per il governatore, «sarebbe opportuno usarla sempre».

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