Furti e spaccate nei negozi
Bergamo nella top ten dei bottini

Bottino «ingente». Ormai è un’abitudine leggere questa frase nei resoconti di furti messi a segno in provincia di Bergamo. Sì, ma quanto ingente? Hanno tentato di dare una risposta, per la prima volta, a questa domanda i ricercatori di «Transcrime» di Milano, un centro interuniversitario dell’Università Cattolica di Milano, Alma Mater Studiorum Università di Bologna e dell’Università degli Studi di Perugia.

E hanno ricostruito quello che potrebbe essere il «fatturato» di una fantomatica «holding» dei ladri. Con una sorpresa per Bergamo e provincia: il nostro territorio si piazza infatti al decimo posto nella classifica della province peggiori d’Italia per quanto riguarda il raffronto percentuale tra il fatturato delle attività commerciali e il valore economico dei bottini di furti e rapine relativo a tutto il 2016. Nel dettaglio, a Bergamo il dato è fissato a 1,61%, mentre la media nazionale è inferiore: 1,12%. Sul podio di questa classifica c’è Agrigento, con il 2,84%. Segue Parma con il 2,43% e al terzo posto c’è Como, l’unica altra provincia lombarda presente tra le prime dieci, con un 2,33%. Milano è 45ª assieme a Brescia, entrambe con lo 0,99%.

«Osserverò nei dettagli gli esiti di questa ricerca di Transcrime, realtà che tra l’altro conosco – commenta il questore Girolamo Fabiano –: quel che è certo è che il territorio bergamasco è ricco di imprese commerciali, negozi e grandi magazzini. E questo è senza dubbio un vantaggio per l’economia, ma si tratta di una realtà indubbiamente molto appetibile anche per i ladri».

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