Giallo di Ubiale, la versione della coppia
che scagiona il carpentiere indagato

I due confermano che il 54enne è tornato indietro dopo 50 metri e non ha visto Bara cadere nel burrone. L’avvocato: «Presto in Procura».

Sono già stati sentiti dai carabinieri i due testimoni, una coppia di giovani, che confermano la versione del carpentiere di 54 anni di Ubiale accusato dell’omicidio preterintenzionale di Bara Thiam. I due, insieme ai volontari che quella sera facevano gli addetti alla sicurezza alla festa, sono i testimoni che la difesa oppone ai tre ragazzi che invece inchiodano i 54enne. Se fosse vero quanto dice il carpentiere, non reggerebbe nemmeno l’accusa di omissione di soccorso. L’uomo ha sempre sostenuto di avere inseguito il ventenne di Almè solo per una cinquantina di metri, per riuscire a consegnarlo agli addetti alla sicurezza, e di non averlo visto cadere nel dirupo dove è stato trovato morto 24 ore dopo.

Tutto è nato da una testata che Bara ha dato a un diciottenne del paese che stava servendo ai tavoli, pare per futili motivi. Il ragazzo si è presentato in cucina per farsi medicare e ha raccontato al carpentiere, amico di famiglia, cosa gli era successo. L’uomo si è allora messo a caccia di Bara e, sempre stando alle sue dichiarazioni, avrebbe incontrato due dei quattro addetti alla sicurezza: «Anche noi lo stiamo cercando» gli hanno risposto. Ma poi non si sono accodati a lui nel seguire il giovane fuori dall’area feste. C. B. invece lo avrebbe raggiunto una prima volta nel parcheggio, dove Bara ha cercato di salire sull’auto di un amico, e poi più giù all’altezza delle pensiline: le telecamere lo inquadrano mentre, con gli altri due indagati (ma ci sono altre persone che in quel momento stanno scendendo per la stessa strada) lo rincorre. Non riprendono però il tratto di provinciale lungo in quale Bara è scappato e si è poi gettato.

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