Giornata dell’infanzia, 60 bimbi trapiantati
L’ospedale Papa Giovanni in prima linea

I due maggiori centri italiani di trapianto pediatrico si confermano l’Ospedale Bambino Gesù di Roma e il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che hanno realizzato da soli la metà degli interventi della prima parte di quest’anno (rispettivamente 16 e 14).

Nei primi sei mesi del 2020 sono stati 60 i bambini e i ragazzi che hanno ricevuto un trapianto, mentre in questo momento sono ancora 222 quelli iscritti in lista d’attesa. I dati del programma pediatrico del Centro nazionale trapianti - pubblicati in occasione della Giornata mondiale dell’infanzia e dell’adolescenza - confermano la tenuta dell’attività di quest’anno nonostante l’impatto della pandemia.

I due maggiori centri italiani di trapianto pediatrico si confermano l’Ospedale Bambino Gesù di Roma e il Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che hanno realizzato da soli la metà degli interventi della prima parte di quest’anno (rispettivamente 16 e 14).

Le proiezioni del Sistema informativo trapianti ipotizzano che a fine anno il calo sarà intorno al 7-10%. Gli organi maggiormente trapiantati nei bambini quest’anno sono stati il rene (42%) e il fegato (38%), meno frequenti gli interventi che riguardano il cuore (17%) e i polmoni (3%). Nel 23% dei casi i piccoli che hanno ricevuto un organo avevano meno di 2 anni, nel 18% tra 2 e 6, nel 17% tra 6 e 11 mentre il 42% dei trapiantati aveva più di 11 anni. Sul fronte delle donazioni, nel primo semestre 2020 sono stati 17 i minori deceduti in rianimazione le cui famiglie hanno acconsentito al prelievo degli organi: in 8 casi bimbi con meno di 6 anni. Resta stabile l’andamento delle liste d’attesa: ad oggi i pazienti registrati sono 222 (erano 218 il 1 gennaio 2020, 222 nel 2018): 7 hanno meno di 2 anni (aspettano tutti un fegato), 51 tra 2 e 6 anni, 32 tra 7 e 10 e 132 più di 11 anni.

«Quelli pediatrici sono meno del 5% di tutti i trapianti eseguiti ogni anno in Italia - spiega il direttore del Centro nazionale trapianti Massimo Cardillo - ma rappresentano una parte fondamentale dell’attività della nostra Rete. Purtroppo sono ancora troppi i bambini e i ragazzi che sono in attesa di essere curati, e per questo è sempre fondamentale ricordare l’importanza della donazione, a qualunque età».

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