Gleno, il ghiacciaio verso l’estinzione
Si è ritirato di 10 metri in un anno

La superficie dell’ultimo perenne si riduce. Anche lo spessore diminuisce: persi 2 metri in 12 mesi.Caldo e nubifragi, il declino nel corso del Novecento

Le calde giornate estive non lasciavano spazio a molte speranze circa la conservazione dei ghiacciai alpini. Non fa naturalmente eccezione quello del Gleno, l’ultimo perenne presente sul versante bergamasco delle Orobie, dove il conto alla rovescia verso la sua totale scomparsa è ormai in atto da anni.

Una cosa impensabile meno di un secolo fa, quando il suo fronte si trovava diverse centinaia di metri più a valle rispetto ad oggi. Lo testimoniano i tanti depositi morenici rimasti in seguito alla sua costante ritirata, ma anche le misurazioni storiche, effettuate da diversi enti, e di cui si ha traccia già all’inizio del 1900. Grazie a queste analisi è emerso che durante il periodo di massima espansione questa massa glaciale occupava un’area di circa 100 ettari, compresa tra la Cima Trobio ed il Pizzo Recastello.

Poi iniziò il suo declino, con velocità sempre più preoccupante. Nel «recente» 1942 la stessa si separò in due vedrette (poi denominate Trobio occidentale e orientale), che trent’anni dopo diventarono tre a causa dell’ulteriore frammentazione di quest’ultima.

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