Gli stranieri: permesso sempre più caro
Già migliaia le richieste di rimborso

Pratiche complesse e costose per i permessi di soggiorno: la denuncia viene lanciata dalla Cisl e dalla Cgil.

«Oltre a pratiche complicate inserite su strutture informatiche farraginose e spesso inutilizzabili - spiega Adriano Allieri, responsabile di Anolf Bergamo, la struttura della Cisl che si occupa di migrazione e accoglienza - ogni richiedente deve sobbarcarsi il costo di una tassa che la Corte di Giustizia Europea ha definito ingiusta e sproporzionata: 80, 100 o 200 euro che ogni richiedente deve pagare a prescindere dal proprio reddito, ma solo in base alla permanenza richiesta».

«Su questo, il governo non è intervenuto. Anzi, ora arriva anche l’aumento dei costi relativi alla stampa del tesserino: l’esborso passa da 27,50 a 30,46 euro. Di conseguenza, chi lo richiede, ne rinnova la durata, aggiorna o ne chiede il duplicato dovrà versare 110,46 euro per permessi di durata inferiore ad un anno. La spesa passa a 130,46 e 230,46 euro, rispettivamente, per permessi di durata fino a due e oltre i due anni. In più, la pratica va spedita tramite Poste Italiane con una spesa di 30 euro».

«Invece di diminuire i costi, il governo li aumenta» ribadisce Allieri. Anolf si occupa di gestire ogni anno oltre 22 mila contatti e, in collaborazione con il patronato Inas, dalle 3.500 alle 4.000 pratiche per permessi di soggiorno e ricongiungimenti familiari. Da parte sua la Cgil ha deciso di passare all’azione con azioni legali per conto di tanti cittadini migranti: sono già migliaia le istanze raccolte presso sedi di Patronato, Camere del Lavoro, Uffici Immigrazione per chiedere il rimborso di quanto già versato.

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