Gori: «Frustrazione per lo slittamento
delle superiori, ma l’Rt è in rapida risalita»

Covid e scuole, le parole del sindaco di Bergamo in un post pubblicato su Facebook venerdì 8 gennaio. «Speravamo che lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite, unito ad un sensibile rafforzamento dei servizi di trasporto pubblico, fosse sufficiente ad assicurare condizioni di sicurezza. Purtroppo i dati che la Regione ci ha mostrato oggi lasciano poco spazio alla discussione».

«La notizia dell’ennesimo slittamento (al 24 gennaio) della riapertura delle scuole superiori, decisa dalla Regione su forte sollecitazione del CTS lombardo, ha provocato in queste ore un sentimento di forte frustrazione tra gli studenti e le loro famiglie», lo scrive il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, sul suo profilo Facebook. «Nelle scorse settimane – scrive Gori – si è lavorato per garantire che la parziale ripresa della didattica in presenza, con un grande impegno da parte delle stesse scuole e dell’agenzia della mobilità. Speravamo che lo scaglionamento degli ingressi e delle uscite, unito ad un sensibile rafforzamento dei servizi di trasporto pubblico, fosse sufficiente ad assicurare condizioni di sicurezza. Purtroppo i dati che la Regione ci ha mostrato oggi lasciano poco spazio alla discussione: l’indice RT regionale è in rapida risalita – è passato da 1 a 1,27 in poco più di una settimana – e solo un tecnicismo consentirà alla Lombardia, da lunedì, di essere “arancione” anziché “rossa”, con uno scarto di 0,01».

«In tutte le province – prosegue il sindaco nel suo post – si assiste ad una ripresa dei contagi, anche se Bergamo continua ad essere quella che presenta i dati meno preoccupanti. Non ci sono però le condizioni – almeno non ora – per ottenere uno scorporo o una deroga, anche perché ci è stato riferito che la maggior crescita dei contagi si misura proprio tra i 14 e i 18 anni. Ci tocca quindi avere ancora pazienza, almeno per due settimane. Ciò che ho chiesto oggi al presidente Fontana è di considerare prioritaria la riapertura delle scuole, rappresentando con chiarezza questa istanza nel confronto col Governo e con le altre Regioni. I messaggi che ricevo da studenti e genitori sono chiarissimi nel dire che siamo davvero al limite della capacità di adattamento. La didattica a distanza può integrare quella in presenza, la può sostituire se necessario per brevi periodi; ma non può in alcun modo essere considerata un’alternativa equivalente. Il prezzo di questa lunga separazione non tarderà a manifestarsi e già sappiamo che riguarderà i ragazzi e le famiglie più fragili. La nostra responsabilità è quella di consentire quanto prima il rientro dei nostri ragazzi nelle aule scolastiche».

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