«La città ha molti motivi per dirti grazie»
L’ultimo commosso saluto a Roberto Bruni

Le parole del sindaco Giorgio Gori per ricordare Roberto Bruni, avvocato e amministratore, scomparso martedì 10 settembre. La commemorazione civile a Palazzo Frizzoni.

«Da ieri mattina, da quando abbiamo allestito, la camera ardente è stato un continuo transito di persone. Persone di ogni genere. Colleghi avvocati, politici, cittadini che mai lo avevano incontrato, ma che sapevano che era una brava persona. La vostra partecipazione è segno di affetto e della stima trasversale per Roberto Bruni» ha ricordato il sindaco Giorgio Gori aprendo la commemorazione civile dedicata all’avvocato e sindaco di Bergamo, morto martedì 10 settembre dopo una lunga malattia.

«Per come l’ho conosciuto era un democratico appassionato – ha ricordato Gori –. Un vero uomo delle istituzioni, a prescindere da fatto che per cinque anni fosse stato sindaco. Era un socialista, di quelli veri che visse con sofferenza quella stagione in cui socialista rischiò di fare rima, per colpa di pochi, con affarista. Era un difensore del diritto e dei diritti, nella dimensione professionale come in quella politica. Un bravissimo avvocato, un garantista pronto a battersi per la libertà di ogni individuo. È stato un sindaco amato e rispettato, innamorato della sua città. Il suo mandato ha lasciato in eredità scelte importanti. Per me è stato un amico è un consigliere prezioso. Ogni volta che ho avuto un dubbio mi sono rivolto a lui e lui mi ha sempre regalato un suo consiglio. Eravamo diversi per tante cose, ma mi ha dato sicurezza il fatto che lui c’era. Più volte ho ritenuto indispensabile la sua approvazione. Abbiamo molti motivi per dire grazie a Roberto Bruni e per essere profondamente tristi per la sua scomparsa» ha concluso Gori.

«Siamo tristi perché abbiamo perso un grande uomo - ha ricordato l’assessore alla Cultura, Nadia Ghisalberti –. Grande e unico nello stile. Roberto non aveva eguali in quanto a statura politica, preparazione e autorevolezza. Per me è stato un amico e una guida insostituibile. Sono molto orgogliosa di essere nata politicamente con lui».

«In questi giorni di smarrimento per la perdita di Roberto ho pensato che si chiude un ciclo politico. - Ha detto l’amica e parlamentare del Pd Elena Carnevali - Roberto ha lasciato un marchio nella storia di questa città, un ricordo imperituro che noi abbiamo l’obbligo di continuare a testimoniare».

Emilio Bellingardi direttore generale di Sacbo, di cui Bruni era presidente, è intervenuto dicendo: «Mi sento piccolo e immeritevole parlare di Roberto Bruni. Il nostro presidente è stato un vero maestro. Ci ha indicato scelte per il nostro futuro. A lui diciamo grazie, e grazie diciamo alla sua famiglia che ce lo ha regalato in questi mesi. Davanti alla sua generosità ogni ulteriore parola sarebbe inutile. La Sacbo ti accompagna nel tuo ultimo volo e non ti scorderà mai»

Durante la cerimonia, che ha avuto inizio alle 15, sono intervenuti anche Carlo Salvioni, presidente del comitato antifascista, rappresentanti di avvocati e magistrati, della procura e del tribunale di Bergamo, dell’ex europarlamentare Pia Locatelli e dell’ex assessore ai Lavori pubblici della Giunta Bruni Carlo Fornoni, della parlamentare del Partito democratico Elena Carnevali, dell’avvocato ed ex consigliere regionale Umberto Ambrosoli, del direttore generale di Sacbo Emilio Bellingardi, di don Massimo Maffioletti, parroco di Longuelo e vicario territoriale della Comunità ecclesiale territoriale 1.

È stato un addio delicato, carico di affetto, quasi in punta di piedi quello che Bergamo ha riservato a Roberto Bruni in questi giorni. Sindaco, avvocato, gentiluomo della politica. Amico, avversario, un esempio di civismo. Dalle 10 di mercoledì 11 settembre fino al primo pomeriggio di giovedì un fiume ininterrotto di persone ha raggiunto la camera ardente nell’aula consiliare di palazzo Frizzoni per rendergli omaggio.

Lampi di luce dalle vetrate a illuminare il feretro posizionato proprio di fronte al banco da dove Bruni ha guidato la città per cinque anni. Le lacrime si spengono negli abbracci e nei sorrisi che la moglie Maria Teresa e le figlie Barbara e Federica hanno rivolto a tutti coloro che hanno varcato le porte della sala.

In fila tra la folla ci sono decine di avvocati che in tanti anni nelle aule del tribunale hanno «rubato» un pizzico dell’arte forense di cui Roberto Bruni era vero maestro. I magistrati, tutti insieme, per un abbraccio alla famiglia e in particolare alla figlia Barbara che ha seguito le orme del padre. I politici che hanno condiviso con lui o contro di lui gli anni da sindaco e quelli tra i banchi dell’opposizione. La Bergamo economica, che a lui si affidava per un consiglio. Il sindaco Giorgio Gori e tutti gli assessori della sua Giunta, molti dei quali hanno condiviso con Bruni i primi anni dell’esperienza politica. E poi tanti semplici cittadini, arrivati per salutare il loro sindaco, che aveva aperto loro le porte del Comune, tutti i sabati mattina. Le istituzioni, perché era e rimarrà per sempre un’istituzione della città .

In aula consiliare un drappo nero veste a lutto lo stendardo comunale, quello della Provincia e anche la bandiera dell’aeroporto di Bergamo, di cui Bruni era presidente. Un impegno che ha portato avanti fino all’ultimo, nonostante la malattia. Il silenzio iniziale è rotto da un rispettoso mormorio, dai ricordi che riafforano. Ognuno ha una storia da condividere con la famiglia. C’è chi l’ha incontrato una sola volta, durante i cinque anni da sindaco, ma ha voluto comunque esserci. Chi invece proprio in quegli anni ha condiviso con Bruni la crescita professionale.

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