Grandi catene: 400 in piazza - Video
I sindacati: 50% in sciopero a Bergamo

Circa 400 lavoratori che operano nei supermercati e nelle grandi catene della Bergamasca hanno partecipato sabato 7 novembre alla manifestazione di protesta indetta dai sindacati contro il mancato rinnovo del contratto nazionale che è scaduto nel 2011.

I numeri dei sindacati, Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e Uil-tucs, dicono che nella nostra provincia hanno aderito allo sciopero circa 4 mila lavoratori, circa il 50% del totale, senza peraltro creare situazioni di particolare disagio, mentre Federdistribuzione - che è dall’altra parte della barricata - parla di un 10% di adesione a livello nazionale.

C’erano lavoratori della grande distribuzione come Auchan, Iper, Coin, Zara, Esselunga, Carrefour, Bennet, Leroy Merlin, Coop e Gruppo Percassi. C’è stato un corteo sul Sentierone con tante bandiere dei sindacati e un presidio-flash mob con uno spettacolo di teatro di strada alle 17 in piazza Matteotti.

«Un’adesione senza precedenti, un vera e proprio invasione davanti ai punti vendita, per le piazze e sui social network con lo slogan #FuoriTutti, con diversi punti vendita costretti alla chiusura. La giornata di sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori delle aziende aderenti a Federdistribuzione, Distribuzione Cooperativa e Confesercenti è stata un successo». È quanto afferma la Filcams Cgil nazionale in una nota. «La massiccia adesione e partecipazione dei lavoratori dimostra quanto ormai il vaso è colmo. Sono pronti a dire basta alle continue richieste delle parti datoriali che stanno peggiorando le condizioni di lavoro» è quanto afferma Maria Grazia Gabrielli segretaria della Filcams Cgil nazionale, che esprime soddisfazione rispetto al sostegno convinto da parte degli addetti del settore.«Se non cambia il presente il futuro non sarà un granché», «Chi lotta può perdere chi non lotta ha già perso», «Sotto costo sui prodotti, non sui lavoratori » sono le frasi dei tanti striscioni esposti oggi da Nord a Sud Italia.

«Le negoziazioni tra Federdistribuzione e le organizzazioni sindacali sul Contratto Nazionale di Lavoro - sostiene invece Federdistribuzione - si sono interrotte per una mancanza di volontà di dialogo da parte sindacale rispetto ad una proposta seria e credibile avanzata da Federdistribuzione, finalizzata alla complessiva tutela dei livelli occupazionali e alla sostenibilità delle imprese. All'interno di tale proposta non vi è alcuna pregiudiziale nel riconoscere gli aumenti retributivi richiesti dai sindacati, purché erogati nel triennio 2016-2018 e accompagnati da forme di sostenibilità, flessibilità e produttività. Ciò in un quadro economico ancora complicato, con solo timidi e incerti segnali di uscita da una crisi profonda che ha avuto pesanti impatti sul settore e che richiederà tempi lunghi per essere superata.Federdistribuzione conferma il proprio impegno a trovare soluzioni concrete che consentano al settore della DMO di superare questi anni di difficoltà e diano nuovo slancio agli investimenti e allo sviluppo».

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