«Grazie ai preti, non sono don Abbondio»
Il Papa: «Benedico i malati e chi li cura»

Il Papa all’Angelus, dalla Biblioteca del Palazzo apostolico, ha invitato domenica 15 marzo a restare uniti nella preghiera e ha ringraziato chi in questi momenti sta aiutando i malati, le persone che non possono uscire da casa e i senza dimora.

«In questi giorni Piazza San Pietro è chiusa, perciò il mio saluto si rivolge direttamente a voi che siete collegati attraverso i mezzi di comunicazione», ha detto guardando la telecamera, la «finestra» che in questi giorni gli consente di continuare a comunicare con il mondo. «In questa situazione di pandemia, nella quale ci troviamo a vivere più o meno isolati, siamo invitati a riscoprire e approfondire il valore della comunione che unisce tutti i membri della Chiesa. Uniti a Cristo non siamo mai soli», ha sottolineato aggiungendo che si «è un’unione che si alimenta con la preghiera».

«Rinnovo la mia vicinanza a tutti i malati e a coloro che li curano. Come pure ai tanti operatori e volontari che aiutano le persone che non possono uscire di casa, e a quanti vanno incontro ai bisogni dei più poveri e dei senza dimora», ha aggiunto. «Grazie tante per tutto lo sforzo che ognuno di voi fa per aiutare questo momento tanto duro, il Signore vi benedica e la Madonna vi custodisca» ha detto rivolto a chi è accanto ai malati e alle persone fragili.

Il Papa ha ringraziato all’inizio dell’Angelus i sacerdoti che «pensano a mille modi di essere vicini al popolo perché il popolo non si senta abbandonato». «Grazie tante a voi sacerdoti», ha detto, che sanno che «non si deve fare il don Abbondio» di fronte all’emergenza del coronavirus. Il Papa ha richiamato anche quanto sta facendo l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini «vicino al suo popolo» e in preghiera sul tetto del Duomo per chiedere la protezione della Madonnina.

Pasqua a porte chiuse in Vaticano: tutte le celebrazioni liturgiche della Settimana Santa si svolgeranno senza la presenza fisica di fedeli.

© RIPRODUZIONE RISERVATA