«Ho fatto da mamma alla mia mamma»
E adesso il sogno di Luisa può avverarsi

Tanti sacrifici per accudire la madre malata. Ora è tempo di ricominciare gli studi

È la mamma che insegna ai figli a ridere e a pregare, e dona loro radici forti e le ali per volare nel mondo. A volte, però, i ruoli si invertono, ed è lei ad avere bisogno di cure. Non è un situazione facile, fa vacillare le fondamenta del mondo, soprattutto se la malattia è sfuggente e si nasconde nell’anima. Così è stato per Luisa, che ha solo 29 anni, ma negli ultimi dieci ha accompagnato con pazienza e dolcezza la caduta e la lenta rinascita della sua mamma Cristina. Non è stato facile per lei, arrivata a Bergamo da Cochabamba quando aveva 14 anni, terza di quattro fratelli, già impegnata a scavarsi duramente una strada in un Paese straniero.

Con i lunghi capelli neri, il sorriso spontaneo e un fisico sottile, Luisa ha un aspetto timido e fragile, ma l’apparenza inganna: i suoi tratti distintivi, infatti, sono la tenacia e il coraggio.

«Mi è sempre piaciuto studiare – racconta –. Qui ho iniziato con la terza media, e poi ho iniziato ragioneria. Ma l’anno dopo ho dovuto cambiare indirizzo, perché mi sono resa conto che non ce la facevo: non riuscivo a tenere il ritmo dei miei compagni perché non avevo ancora una sufficiente padronanza della lingua. Così mi sono iscritta all’istituto Galli, con indirizzo amministrativo. Mi sono trovata molto bene, ho incontrato insegnanti che mi hanno capito, sostenuto e aiutato in molti modi. Per me è stato davvero importante, perché mio padre e i miei fratelli non volevano che continuassi a studiare, e questo era un problema serio: per andare avanti contro il loro parere ho dovuto comunque affiancare allo studio alcuni piccoli lavori come cameriera in un pub nel weekend, per pagare l’abbonamento dell’autobus e i libri. Ho proseguito fino al diploma, perché sentivo che era importante per me, per il mio futuro».

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