I parlamentari orobici in azione
Dopo il caso Rho arriva la legge

Raccoglie il consenso di tutte le forze politiche, da 5 Stelle a Fratelli d’Italia, la proposta di legge che salva i docenti licenziati per dichiarazioni non veritiere in autocertificazione, che ha provocato nei mesi scorsi decine di vittime.

La proposta di legge per iniziativa di 17 deputati – fra questi tutti i bergamaschi: Antonio Misiani, Elena Carnevali, Giovanni Sanga, Giuseppe Guerini, Pia Locatelli, Alberto Bombassei, Gregorio Fontana, Cristian Invernizzi – è stata presentata il 12 maggio e assegnata alla I Commissione Affari Costituzionali in sede Referente il 14 giugno. La legge intende chiarire il significato dell’articolo 75 del decreto del Presidente della Repubblica n. 445, 28 dicembre 2000, dove si prevede che l’interessato decada dal beneficio ottenuto con la dichiarazione non veritiera.

«La disposizione perciò non riguarda fatti, stati o qualità personali irrilevanti ai fini dell’ottenimento del beneficio al quale si ha comunque diritto» (come l’assunzione nel caso dei docenti). Anzi i firmatari rimarcano che la violazione è delle amministrazioni verso i cittadini, sia perché si impongono dichiarazioni inutili, sia perché le si utilizza per privarli di un bene al quale hanno diritto. La proposta di legge, composta di un solo articolo con due commi, intende rendere chiara l’interpretazione che distingue tra sanzione disciplinare e decadenza dal beneficio e renderla retroattiva, estendendo la nuova disposizione anche alle dichiarazioni già rese. All’art. 1 la proposta di legge dispone l’aggiunta (al comma 1 all’articolo 75 del testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa, di cui al decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445) delle seguenti parole: «ove gli stati, i fatti o le qualità personali oggetto della dichiarazione siano necessari per ottenere i benefìci stessi».

Al comma 2, si stabilisce invece che «La disposizione di cui al comma 1 si applica anche alle dichiarazioni già rese alla data di entrata in vigore della presente legge».

«L’iter non è ancora concluso – avverte Misiani – ma il fatto che i deputati promotori appartengano a tutte le forze politiche presenti in Parlamento fa sperare che la dimostrata unanimità di intenti semplifichi l’approvazione della legge». Si spera di concludere prima dell’avvio del nuovo anno scolastico, magari passando in Commissione legislativa, dato che alla Camera si sta verificando un ingorgo di provvedimenti per la discussione in aula. Sarebbe un procedimento previsto, anche se utilizzato raramente. Il testo della legge è stato elaborato insieme ai tecnici della Funzione Pubblica del ministro Madia e, se approvato, permetterebbe di sanare decine di licenziamenti immeritati, verificatisi soprattutto in Lombardia nei mesi scorsi nel mondo della scuola, e venuti a conoscenza del pubblico sulla scia del clamore mediatico sul caso (ora risolto) del professor Rho. Proprio in quell’occasione l’onorevole Misiani si era impegnato a cercare una soluzione definitiva e generale.

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