Il 25 è in ambulanza: «Che gioia
veder nascere un bambino»

Dal 1993 ha sempre passato sulle ambulanze la mattina di Natale e il pomeriggio di Santo Stefano, spesso anche Capodanno e l’Epifania. Senza contare i sabati e le domeniche durante il resto dell’anno.

Sempre pronto a intervenire per malori, incidenti stradali, infortuni. Da quando ha ottenuto il diploma dopo il corso in Croce Rossa, nel dicembre 1992, non è mai mancato un Natale. «Il 25 e 26 ho sempre lavorato – racconta Massimo Doneda, 48 anni, volontario del soccorso della Cri di Bergamo – prima sulle ambulanze e poi, da quando sono state istituite, sulle automediche Areu. Sono autista-soccorritore e con me ci sono sempre il medico rianimatore-anestesista e un infermiere professionale. Ci occupiamo degli interventi più gravi che vengono gestiti dalla centrale operativa del 118».

Doneda questo Natale lo passerà sul mezzo che staziona al Bolognini di Seriate, mentre il 26 sarà a Capriate. Ma guai a parlargli di 23 anni di sacrifici: «La mia, come quella di tanti volontari, è una scelta. Nessuno ci obbliga, se decidiamo di spenderci per gli altri è perchè lo vogliamo e di questo siamo felici. Io, addirittura, prenoto già a ottobre i turni del 25 e del 26. Alcuni colleghi che hanno i bimbi piccoli preferiscono stare a casa con loro e io, che non ne ho, lavoro volentieri. Il turno del mattino finisce alle 13 e così, se non ci sono emergenze particolari, ho tempo per tornare a casa e pranzare con i miei cari. Diciamo che sacrifico, tra virgolette, mezza giornata».

Ci sono interventi ricorrenti la mattina di Natale? «La maggior parte dei soccorsi riguarda persone anziane che si sentono male durante le Messe. Nonostante gli acciacchi dell’età, è un appuntamento a cui non vogliono mancare. Qualche anno fa invece siamo intervenuti per una mamma extracomunitaria che stava per partorire. Il marito era al lavoro e lei era sola a casa. Essendo il secondo figlio ha probabilmente sottovalutato la situazione, pensando di cavarsela da sola: ha dato alla luce un maschietto nel tragitto tra la casa, nella zona di via Cenisio, e l’ospedale di Seriate dove l’abbiamo trasportata. Il più bel regalo di Natale».

A Santo Stefano, invece, i problemi riguardano il dopo pranzo: «Anche in questo caso veniamo chiamati maggiormente dalle persone anziane. Escono a pranzo con i parenti e mangiano più di quello a cui sono abituati, così capita che si sentano male». Ma ci sono anche interventi che non riguardano vere e proprie emergenze sanitarie: «Ricordo una chiamata di qualche anno fa da una vecchietta in zona Malpensata. Diceva di sentirsi male ma quando siamo arrivati ha cominciato a chiacchierare e voleva offrirci il caffè. L’abbiamo ugualmente portata in ospedale per un controllo ma è stata dimessa in serata. Abbiamo capito che aveva solo bisogno di un po’ di compagnia».

© RIPRODUZIONE RISERVATA