Il Covid non ferma i donatori orobici
In 8 mesi raccolte 38mila unità di sangue

I dati forniti nell’annuale assemblea dell’Avis provinciale.

La pandemia, che ha colpito così duramente la nostra provincia non ha fermato gli avisini che, grazie al modello organizzativo dell’associazione, hanno continuato a garantire al sistema sanitario tutto il sangue e il plasma necessario.

Nei primi 8 mesi del 2020 le donazioni hanno raggiunto quota 38.030 unità tra sangue e aferesi (plasma e piastrine). Circa 3500 in meno rispetto allo stesso periodo del 2019, ma considerando il particolare periodo attraversato, un ottimo risultato.

In una chiave insolita – per le misure anti Covid - si è tenuta nella mattinata di sabato 19 settembre la 74° assemblea di Avis provinciale Bergamo. Presenti in sedi di diverse aree della provincia, i 596 delegati si sono video collegati con il centro del Monterosso dove era presente il Comitato esecutivo con il presidente Artemio Trapattoni e il vice Paolo Moro, il tesoriere Oscar Bianchi, il segretario Pierluigi Plebani, il responsabile sanitario Barbara Giussani e i consiglieri Franco Cortinovis e Silvia Ghilardi. E il primo atto è stato quello di ricordare gli avisini caduti a causa del coronavirus.

Avis provinciale Bergamo si conferma eccellenza italiana con 36.044 donatori, articolati in 157 sezioni sul territorio e 63.764 donazioni nel 2019. I nuovi donatori sono 2.951 di cui 278 stranieri. Dati in lieve calo rispetto agli anni precedenti. A crescere leggermente è la percentuale delle donatrici, 31%, contro il 69% dei donatori.

«I risultati ottenuti hanno evidenziato ancora una volta quanto sia importante il valore e l’esito della nostra attività associativa, periodica e sistematica, di verifica dei donatori idonei e di loro chiamata ed invito alla donazione – ha sottolineato il presidente provinciale Artemio Trapattoni illustrando il bilancio 2019 poi approvato dall’assemblea -. È un’attività questa che, unitamente alla promozione della donazione, rappresenta la vera essenza ed il fine principale del nostro operato».

La riduzione progressiva della raccolta, che sta più o meno marcatamente caratterizzando tutta Italia (e anche la nostra provincia), è anche il frutto di una tendenza ad un utilizzo sempre più oculato della risorsa sangue, grazie sia all’avvento in campo sanitario di nuove metodiche trasfusionali che ad una migliore programmazione della raccolta e ad una gestione attenta delle scorte di sangue da parte del sistema trasfusionale, più aderenti ai:reali fabbisogni. Infatti il nostro Paese può contare su una situazione di equilibrio ed autosufficienza del sangue.

Avis provinciale Bergamo non abbassa comunque la guardia: «e lo abbiamo dimostrato durante l’emergenza sanitaria – ha aggiunto Oscar Bianchi, in veste di presidente regionale di Avis –, Bergamo soprattutto si è rivelata un’eccellenza nell’eccellenza lombarda. Grazie al nostro modello organizzativo, a cui i donatori hanno fatto riferimento perchè si sentivano maggiormente sicuri, non abbiamo fatto mancare una sola sacca di sangue o plasma al sistema sanitario regionale e nazionale».

Nel corso dello scorso anno è continuata anche l’attività del Poliambulatorio di Avis provinciale Bergamo, con visite gratuite riservate ai donatori: 134 visite per il consulto cardiologico, 65 per quello senologico e 32 per l’epatologo, 109 per il consulto urologico.

Balzo in avanti nel 2019 per l’impegno di promozione del dono nelle scuole con 6.003 studenti coinvolti, dalla scuola primaria alle superiori e per l’alternanza scuola-lavoro sono stati invece 54 i partecipanti, oltre agli 8 eventi formativi per i medici, i dirigenti e i giovani dell’associazione.

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