Il Crocifisso di Rosate
ci indica la via Lucis

Su Bergamo Tv, venerdì 13 marzo alle 15 preghiamo insieme al Vescovo. In Cattedrale per l’occasione la reliquia della Sacra Spina, venerata a San Giovanni Bianco.

Questa Quaresima-Quarantena sembra una «via crucis» di fatto. Per questo il Vescovo Francesco ripercorrerà il cammino della croce, sui passi di Gesù, perché la possiamo vivere come «via lucis». L’invito è a unirci in preghiera, dalle nostre case, venerdì 13 marzo alle ore 15, attraverso BergamoTv. Le braccia spalancate del Crocifisso vinceranno ogni distanza che questa grave situazione impone per il bene comune. Nella nostra Cattedrale, Mons. Vescovo si inginocchierà davanti al Crocifisso Miracoloso di Rosate che lì è custodito e venerato. La mano sinistra del Cristo, dove vi è un nastro prezioso, non ha più il chiodo. La tradizione narra che le sue ferite in diverse occasioni diventarono feritoie di luce indicando la strada nello smarrimento, dando difesa negli attacchi, guarigione nelle pestilenze, sostegno nelle lotte e invocato da una suora esasperata da una sofferenza staccò la mano e le donò una carezza.

Una seconda particolarità, che colpisce subito guardandolo, è la chioma di capelli veri su cui è inflitta la corona di spine. Perché sia così non è dato da sapere. In questo momento, un dettaglio così realistico, che può sembrare crudo ad alcuni, in realtà rende questo Cristo più «umano»: non è una statua, è uno di noi, è uno dei tantissimi malati, è uno dei moltissimi morti, è uno degli innumerevoli familiari nel dolore, è uno degli infiniti preoccupati dalle conseguenze di questa crisi, è uno degli eroi sfiniti che sono gli operatori sanitari e coloro che in modo diverso si stanno adoperando per vincere questa lotta. Su tutto questo, sul suo capo e sul nostro capo, c’è la corona di spine, come pungente e dolorosa è questa malattia. Proprio per questo il Vescovo Francesco ha voluto compiere un gesto simbolico speciale. In modo straordinario ha chiesto che venisse portata a Bergamo, in Cattedrale, proprio per questa preghiera, la reliquia insigne della Sacra Spina di Gesù, venerata a San Giovanni Bianco.

Unico precedente nel 1933. Quando per rarissima coincidenza, la festa dell’annunciazione a Maria, il 25 marzo, coincide con il Venerdì Santo, cioè quando nascita e morte di Gesù cadono lo stesso giorno, avviene il prodigio per cui da quella secca spina spunta un germoglio. Accadde nel 1598, nel 1932, non accadde nel 2005, è stato invece attestato nel 2016. In quell’occasione Mons. Beschi disse: «I cristiani testimoniano con la loro fede, con la vita comunitaria e con la loro esistenza che la solidarietà di Dio nei confronto degli uomini, diventa sorgente di una speranza più forte di ogni male e della stessa morte, perché credono che il Crocifisso è risorto: Egli è il Vivente, che dà la vita. Questo segno ora ci è stato donato perché i nostri occhi si aprano sulle tante spine che ancora trafiggono il capo del Signore nei sofferenti e il nostro cuore si spalanchi perché si manifesti nei confronti di tutti i crocifissi nostri contemporanei la forza dell’amore che attinge al gesto supremo dell’amore di Cristo e che la Sacra Spina «fiorita» rappresenta in modo così coinvolgente». Parole quanto mai attuali oggi, per quanto stiamo vivendo. Sicuramente il Coronavirus è una spina velenosa nella testa di ciascuno e anche il quella del Signore: il male spinge alla «resa», il bene aspetta la «rosa». Abraham Lincoln disse: «Possiamo lamentarci perché i roseti hanno le spine o rallegrarci perché i cespugli spinosi hanno le rose. Dipende dai punti di vista». La Via Crucis possa essere per ciascuno una Via Lucis e il Crocifisso di Rosate porti oggi alla sua Bergamo una nuova carezza di forza, di sostegno, di aiuto, di germogli di vita nuova.

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