Il freddo non aiuta gli apicoltori
Miele di acacia a rischio

«Quest’anno non sono ancora riuscito a produrre un chilo di miele».È l’amara affermazione che Matteo Locatelli, giovane frutticoltore e apicoltore di Sant’Omobono Imagna alle prese con le difficoltà causate dal maltempo al settore apistico orobico, 900 aziende in totale (il 90% sono hobbisti) e una produzione annua di 400 tonnellate.

«Il caldo anticipato di febbraio e marzo – spiega - ha determinato uno sviluppo precoce delle famiglie, con una buona crescita della popolazione all’interno degli alveari. A partire dal mese di aprile, in concomitanza con la prima fioritura che è quella del tarassaco, le piogge hanno rovinato il raccolto, quindi le api, già molto numerose, hanno lavorato male, e il poco nettare che sono riuscite a raccogliere lo hanno utilizzato per cibarsi e per sopravvivere. Pertanto la produzione di miele di tarassaco è andata completamente persa».

A causa del maltempo anche la produzione del miele millefiori ha subito una battuta d’arresto. E le prospettive sono tutt’altro che rosee. «A fine aprile è iniziata la fioritura dell’acacia – prosegue Locatelli – ma le temperature eccezionalmente basse hanno impedito alle api di lavorare correttamente. Restando confinate all’interno dell’alveare hanno consumato il poco miele che fino ad allora avevano immagazzinato. Nel frattempo pioggia e freddo hanno irrimediabilmente danneggiato i fiori di acacia e quindi anche la raccolta di questo tipo di miele, che rappresenta il 50% della produzione annuale, è iniziata molto male».

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