Il giallo del teschio nell’Adda
La pista del meccanico annegato nel ’91

Nella zona l’Adda inghiottì il corpo di Alfredo Gatti, mai ritrovato.Ora servirà il test del Dna: il cranio recuperato a Cassano al vaglio dei periti.

E se il cranio ritrovato domenica mattina da un pescatore nell’Adda a Cassano appartenesse ad Alfredo Gatti, un meccanico di Treviglio, il cui corpo venne inghiottito proprio in quel tratto dal fiume nel lontano ottobre del 1991? È l’interrogativo che in molti si stanno ponendo in queste ore a Treviglio, dove il giallo della scomparsa di Gatti – che aveva 45 anni e abitava alla frazione Geromina – non è mai stato risolto, lasciando nel dolore in primis i familiari e poi i tanti conoscenti dell’allora titolare di un’autorecuperi, inghiottito dalle acque tumultuose dell’Adda proprio mentre cercava di recuperare un’automobile dal greto del fiume all’altezza del «Traversino».

La pista, per il momento non ufficialmente presa in considerazione dagli inquirenti, che mantengono il più stretto riserbo sulle indagini e attendono le analisi scientifiche sul cranio, trovato senza una mandibola, viene comunque ritenuta verosimile da chi indaga proprio perché il cadavere del trevigliese Gatti non era mai più stato ritrovato e perché la scomparsa avvenne proprio in quella zona ben 26 anni fa. Le condizioni del teschio hanno fatto ipotizzare fin da subito che potesse risalire a una persona morta molto tempo fa. Alfredo Gatti scomparve per sempre mercoledì 7 ottobre del 1991 e per quasi una settimana i sommozzatori dei vigili del fuoco di Milano e dei vigili del fuoco di Treviglio scandagliarono in lungo e in largo il tratto dell’Adda.

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