Il grido d’allarme delle Rsa tra caro bollette e personale che manca

Il quadro. Le 65 strutture bergamasche devono affrontare extra-costi energetici per 10 milioni di euro, oltre alla carenza di infermieri (ne servirebbero 350) e medici (ne mancano 70-100). Su L’Eco di Bergamo del 12 settembre l’analisi.

È un grido d’allarme, perché in gioco c’è la sostenibilità di un sistema. Strutture, famiglie, cura degli ospiti. Il caro-bollette è la «tempesta perfetta» che s’abbatte anche sulle case di riposo, dopo due anni già difficilissimi per l’emergenza pandemica. Per la rete bergamasca delle Rsa, 65 strutture, l’aumento complessivo della spesa energetica si traduce in almeno 10 milioni di euro annui di extra-costi, con una proiezione di ulteriore crescita se le cose non miglioreranno (e difficilmente miglioreranno).

E poi, gli altri problemi: con la pandemia si sono prima bloccati e poi ridotti gli ingressi, e si sono dovute adibire delle aree per l’isolamento in ingresso (quindi con meno posti letto disponibili). Senza dimenticare il tema del personale: nelle case di riposo bergamasche servirebbero – è la stima delle associazioni – 350 infermieri e 70-100 medici in più.

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