Il personale di Humanitas Gavazzeni:
amarezza e dolore per le parole di Report

Il personale di Humanitas Gavazzeni ha inviato una lettera in redazione per esprimere tutta la sua amarezza per il contenuto della trasmissione televisiva Report del 7 aprile.

In estrema sintesi, durante la trasmissione era stato detto che Humanitas Gavazzeni aveva ricoverato pazienti Covid-19 soltanto dall’8 marzo e si era posto l’accento sulle solite illazioni inerenti le differenze tra Sanità pubblica e privata. Ecco la lettera.

«Amarezza e dolore. Non troviamo altre parole per descrivere l’effetto che ci ha fatto vedere una trasmissione televisiva del Servizio Pubblico, Report, mettere in discussione il lavoro di oltre 1.000 persone».

«Scriviamo a nome degli infermieri, dei medici, degli operatori socio sanitari e dello staff di Humanitas Gavazzeni di Bergamo. Noi sappiamo bene come è cambiata la nostra vita, lavorativa e personale, dalla comparsa dei primi casi di Coronavirus nella bergamasca, da quando è stato chiaro che il nostro ospedale ne avrebbe accolti tanti per curarli e non solo per stabilizzarli al fine di trasferirli altrove, nei centri con malattie infettive».

«Abbiamo assistito centinaia e centinaia di pazienti Covid dal 21 febbraio scorso, in un ospedale completamente trasformato in tutte le sue parti, ormai irriconoscibile. Molti di noi vivono lontani dalle proprie famiglie per non contagiarle e sono sottoposti a turni molto impegnativi; solo noi sappiamo tutti i sacrifici che stiamo facendo, da quel giorno che ha cambiato tutto. Il fatto che le attività cosiddette remunerative, quelle che permettono al nostro ospedale di darci uno stipendio e di comprare tecnologie e medicinali, siano ferme da tempo possono testimoniarlo le migliaia di persone in attesa di un intervento o di una visita. Oppure i numeri che, quotidianamente, l’ospedale ha inviato alle autorità che coordinano la crisi: a differenza di quanto dichiarato da Report, l’8 marzo i pazienti Covid ricoverati in Gavazzeni erano già 175 su 213 degenti totali. Il nostro lavoro e le nostre vite stravolte».

«Le speculazioni fatte dalla trasmissione televisiva sono un oltraggio ai professionisti, a chi li gestisce e sostiene, ai pazienti, ai loro famigliari e a chi, purtroppo, è morto a causa del Covid. Non ultimi, due dei nostri colleghi medici, che si sono spenti tra i nostri malati. Siamo amareggiati ma andiamo avanti a fare quello che facciamo dall’inizio di questa epidemia: essere al servizio di Bergamo e del territorio con tutta l’umanità e la professionalità di cui siamo capaci».

A firma di medici, infermieri, OSS, tecnici e staff dell’Ospedale Humanitas Gavazzeni di Bergamo

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