Il Premio «Papa Giovanni XXIII
a tre missionari nelle periferie

I riconoscimenti a padre Ambrosini, di 101 anni, in Messico, all’infermiera laica Locatelli in Bolivia e a suor Zucchetti in Eritrea

I tre missionari che sabato 10 dicembre riceveranno il Premio Papa Giovanni XXIII rappresentano lo slancio missionario della Chiesa di Bergamo in una grande storia di missione intensa ed instancabile. Decenni di vita, i loro, dedicati agli ultimi in terre lontane. Ad annunciare i tre nomi è stato il vicario generale monsignor Davide Pelucchi durante la conferenza stampa nella sede del Centro missionario diocesano, insieme al segretario generale della diocesi, monsignor Giulio Dellavite e al direttore del Cmd, don Giambattista Boffi.

A padre Mariano Ambrosini, suor Maria Urbica Zucchetti e Antonia Locatelli andrà il premio di 3 mila euro intitolato a Giovanni XXIII che giunge quest’anno alla nona edizione.

Padre Mariano Ambrosini, della famiglia dei Passionisti, alla soglia dei 101 anni è il decano dei missionari bergamaschi. Nativo di Arcene, sacerdote dal 1939, è in Messico dal 1953. Una lunga vita spesa totalmente a servizio di quella terra, dove al mattino presto ancora oggi celebra la Messa e dove non si stanca di incontrare donne e uomini in cerca di ascolto e di aiuto.

Sono quasi sessant’anni di missione anche quelli di suor Maria Urbica Zucchetti, nata a Ciserano nel 1930. A 28 anni la sua partenza per l’Eritrea che non ha più lasciato. Ha messo grande passione e forza soprattutto nell’ambito della formazione delle donne aprendo e dirigendo il Centro di Promozione Donna. Maestra di taglio, cucito e ricamo, è stata vicina alle donne eritree e oggi il Centro vede anche l’offerta di corsi di informatica e di cucina.

Antonia Locatelli, laica consacrata, nativa della parrocchia di Santa Caterina in città, ha maturato la sua vocazione missionaria nella professione infermieristica al reparto Maternità degli Ospedali Riuniti. Laos, Filippine e Bolivia sono stati la sua casa in questi decenni. Ha incontrato i volti della povertà, ha subito l’espulsione dal Laos nel 1975 in seguito all’ascesa del regime comunista, è stata a fianco di tanti ammalati e, negli ultimi anni, particolarmente vicina a chi è segnato dalla droga e dall’alcool.

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