Indagine sulla mortalità in Bergamasca
Continua il monitoraggio nei Comuni

Continua la raccolta dei dati nei Comuni bergamaschi per verificare l’impatto del coronavirus sulla provincia di Bergamo.

«Più morti rispetto ai dati ufficiali». L’allarme è stato lanciato settimana scorsa dai sindaci che nei loro paesi hanno assistito a un marzo nero. Una vera ecatombe, perfino più drammatica rispetto ai dati forniti ogni giorno da Regione Lombardia. Per analizzare a fondo questi numeri e verificare l’impatto del virus in provincia di Bergamo, L’Eco e InTwig, agenzia di ricerca e analisi dati, hanno deciso di lanciare un’indagine approfondita nei 243 Comuni bergamaschi. Sono state raccolte tutte le informazioni sui decessi dei residenti avvenuti nei primi tre mesi del 2020 per confrontare la mortalità rispetto agli anni precedenti. L’indagine continuerà anche nei prossimi giorni per consentire a tutti i sindaci di raccogliere i dati e trasmetterli attraverso il form inviato via mail.

In assenza di un monitoraggio capillare sui contagiati, il dato dei decessi è infatti l’unico metro reale su cui può essere svolta un’analisi. Alla richiesta hanno risposto già molti Comuni, che rappresentano quasi la metà della popolazione della provincia: uno spaccato che consente di stimare con precisione l’aumento della mortalità rispetto all’anno scorso. «Ad oggi i dati raccolti confermano, attraverso un’evidenza scientifica, che le sensazioni dei sindaci bergamaschi erano corrette - spiega Aldo Cristadoro, fondatore di InTwig e professore di «metodi digitali per la ricerca sociale» dell’Università degli Studi di Bergamo -. Il modello di analisi consente di verificare l’impatto del virus sulla popolazione attraverso la metrica dei decessi e dei contagi, sulla base degli studi svolti finora. In collaborazione con l’Università di Bergamo vogliamo estendere lo stesso modello alle altre province lombarde».

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