Insieme aiutiamo ospedali e famiglie
Sottoscrizione de L’Eco, Diocesi e Confindustria

L’Eco di Bergamo, la Diocesi e Confindustria lanciano una sottoscrizione per sostenere luoghi di accoglienza adatti ad ospitare pazienti che non possono effettuare la quarantena nelle loro abitazioni. Ecco come fare.

I nostri ospedali stanno affrontando una reale emergenza e versano in condizioni critiche. E d’altro canto migliaia di famiglie stanno vivendo una situazione gravissima che le sta provando profondamente. Per questo motivo L’Eco di Bergamo, la Diocesi di Bergamo e Confindustria Bergamo hanno deciso di unire le forze nell’iniziativa “Abitare la cura”. Si tratta di una sottoscrizione aperta a tutti i cittadini per sollevare le strutture sanitarie e le famiglie in alcune delle fasi più delicate della cura dei malati.

«L’obiettivo – dice Massimo Cincera, presidente della Sesaab, la società che edita L’Eco di Bergamo – è far partire una gara di solidarietà che coinvolga più persone possibili, istituzioni, aziende per costruire un fondo che possa essere destinato a un’attività che potrebbe rivelarsi utilissima per sgravare parte degli oneri che ospedali e famiglie si trovano a dover sopportare. Abbiamo assistito in questi giorni a moltissime lodevoli iniziative di solidarietà a favore degli ospedali per la loro attività di cura in corsia. Si rende ora necessario lavorare anche per permettere la realizzazione di forme di assistenza collaterali a quelle che si svolgono dentro le cliniche».

Non sempre infatti le persone in convalescenza dal Covid19 possono essere raccolte nelle loro famiglie. Per molti motivi, innanzitutto perché le norme sanitarie esigono che in una casa debbano essere garantite alcune condizioni, come ad esempio una camera con bagno riservato al convalescente, che non tutte le abitazioni possiedono.

È perciò necessario trovare dei luoghi che consentano la permanenza di pazienti guariti, ma che necessitano ancora di strutture e di assistenza di tipo paraospedaliero. Attualmente queste persone, nel caso non potessero completare la convalescenza a casa loro, devono rimanere in ospedale, e ciò appesantisce le capacità ricettive delle case di cura, a danno dei pazienti gravi che ancora continuano ad affluire.

Per questo l’Ats di Bergamo sta cercando soluzioni alternative, e L’Eco ne ha dato notizia, anche dentro a alberghi, che possano essere allestiti in modo confacente alle necessità di assistenza sanitaria dei convalescenti, oppure dentro a Case di riposo (Rsa) che abbiano spazi utili.

Questo tipo di iniziative saranno le destinatarie principali dell’operazione “Abitare la cura”.

COME FARE. Le donazioni per «Abitare la cura» si possono effettuare in due modi: attraverso il sito Kendoo e mediante bonifico. Per raggiungere il fondo Kendoo è possibile andare su https://www.kendoo.it oppure si può raggiungere direttamente il progetto all’indirizzo https://www.kendoo.it/abitare-la-cura. Il metodo di donazione alternativo è il bonifico a: Associazione Diakonia onlus – Emergenza Coronavirus (Iban IT53I0311111104000000002721). Con il bonifico è possibile la detraibilità della donazione.

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