«Io, sfuggita ai nazisti grazie a Lydia»
La fuga sulle Alpi verso la Svizzera

Yona Amit è tornata in città per ringraziare i discendenti della bergamasca Gelmi Cattaneo che negli anni della guerra riuscì a salvare 50 ebrei.

È il 14 maggio 1944 quando una famiglia ebrea attraversa le Alpi per raggiungere la Svizzera in una notte cupa e difficile. Ciò che queste persone cercano oltre i monti è semplicemente un luogo sicuro per scappare dalla persecuzione tedesca. E il viaggio è solo l’ultima tappa di un lungo cammino cominciato a Fiume nel 1943 e che ha per protagonisti Yona Amit e i suoi famigliari. Yona, Antonia in italiano, oggi è una signora di 81 anni che vive felicemente a Gerusalemme con la sua grande famiglia allargata, ma che all’epoca era solo una bambina di sei anni e che, come tanti ebrei, scappava per mettersi in salvo dalla ferocia nazista. La scorsa settimana è tornata, assieme alle figlie e al genero, in Italia per ripercorre le tappe della sua fuga incontrando i discendenti delle persone che all’epoca l’avevano aiutata. Tra queste anche Lydia Gelmi Cattaneo, bergamasca, originaria di Ponte San Pietro, che grazie alla sua generosità e alle sue azioni ha salvato circa cinquanta ebrei.

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