Islamici, nuovo scontro tra i due gruppi
Angeloni: ultima chance, accordatevi

Ancora tensioni dopo il caso dei fondi dal Qatar. Mohamed Saleh, presidente del Centro islamico di via Cenisio, nella serata di mercoledì 17 febbraio Mohamed Saleh ha chiuso la porta in faccia agli appartenenti del gruppo di El Joulani.

«Non si poteva più andare avanti così: questo è per noi un luogo di preghiera, e non possiamo più accettare ulteriori provocazioni», dice Saleh, l’uomo che ha presentato denuncia contro l’ex presidente del Centro Imad El Joulani perché quest’ultimo, ora a capo della Comunità islamica bergamasca avrebbe utilizzato i 5 milioni di euro che sarebbero stati inviati dalla Qatar Charity Foundation, come spettanti a via Cenisio, per la costruzione di un centro culturale in via San Fermo all’insaputa sia della fondazione qatarina sia soprattutto del Centro islamico. Nella serata di mercoledì 17 febbraio Mohamed Saleh ha chiuso la porta in faccia agli appartenenti del gruppo di El Joulani: «Non è stato un atto dittatoriale: abbiamo riunito il nostro comitato di saggi e stabilito che chi non aderisce al centro chiedendo al direttivo di potersi associare non potrà più entrare nella moschea. Queste persone non ci risultano associate e quindi abbiamo chiuso il centro al loro ingresso». Tra le persone rimaste fuori ci sarebbe anche il custode e imam del centro, Mohamed Kamel.

La chiusura è stata vista come una provocazione dagli esponenti del Comitato che si dissocia dall’attuale direttivo. «Intorno alle 10 – spiegano i rappresentanti del Comitato – abbiamo trovato un avviso affisso sulla porta che annunciava la chiusura della moschea per lavori di manutenzione non specificati. A noi non è stato detto nulla, nemmeno alla preghiera dell’alba». Sulla situazione ormai degenerata interviene anche l’assessore Giacomo Angeloni, delegato al caso moschea: «Convocherò tutte le loro figure di riferimento nei prossimi giorni e all’incontro ci sarà anche l’assessore alla Sicurezza, Sergio Gandi. È l’ultima chance: o trovano un accordo, o le porte del dialogo del Comune si chiudono».

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