Iva retroattiva sulle lezioni di guida
Misiani: faremo norma ad hoc per evitarla

Il costo delle lezioni cresce del 22% per un adeguamento alla normativa europea. Polemica sulla retroattività della misura che costringerebbe i clienti degli ultimi 5 anni a versare l’imposta al tempo non dovuta.

Si apre un nuovo dossier fiscale per il Governo. In ballo c’è mezzo miliardo di euro. Tanto vale l’applicazione retroattiva per gli ultimi 5 anni dell’Iva sulle scuole guida. Una stima arrivata dagli operatori per del settore (7mila ma riconducibili a circa 5mila partite Iva) che hanno quantificato in circa 110mila euro ciascuno il potenziale debito con l’Erario. Effetto della risoluzione 79/E/2019 delle Entrate (pubblicata il 2 settembre e quindi prima che si insediasse il nuovo Governo) che ha preso atto della sentenza con cui la Corte di giustizia Ue (causa C-449/2017) il 14 marzo scorso ha escluso le lezioni di scuola guida tra i casi di esenzione Iva. L’efficacia «ex tunc» della sentenza fa sì che l’applicazione dell’Iva valga anche per gli anni ancora accertabili, con la necessità quindi di corrispondere la maggiore Iva ad aliquota piena (22%) anche se senza sanzioni.

«La situazione paradossale che si è creata sulle scuole guida deriva da una sentenza di marzo 2019 della Corte di giustizia Ue, che ha stabilito che questi servizi non possono essere Iva esenti. Sul futuro vale la sentenza comunitaria. Sul passato, come ho detto a Mattino5, vogliamo evitare che le scuole guida debbano chiedere ai clienti degli ultimi 5 anni di versare un’imposta (Iva) che all’epoca non era dovuta. Lo faremo con una norma che inseriremo nel primo provvedimento utile». Così in un post su Facebook pubblicato nella mattinata di lunedì 23 settembre il senatore bergamasco Antonio Misiani, vice ministro dell’Economia

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