La crisi colpisce ancora la casa
Condomini, morosità raddoppiate

Non c’è pace per il mondo del mattone e le spese condominiali risentono ancora della crisi che coinvolge le famiglie bergamasche.

Prima si paga l’affitto, quindi si fa fronte alle spese necessarie, come l’acquisto dei generi alimentari, l’assicurazione dell’auto, le varie bollette. E poi si pensa alle spese condominiali.

«Bisogna innanzitutto distinguere tra spese ordinarie e straordinarie – precisa Agostino Manzoni, presidente di Anaci Bergamo, l’associazione nazionale degli amministratori di condomìni -. Mentre le prime sono rimaste sostanzialmente stabili anche negli ultimi anni, le seconde sono aumentate, causando un complessivo aggravio di spesa per gli inquilini». Aggravio che, in tempi di ristrettezze economiche, ha fatto aumentare la percentuale di condòmini che risultano essere morosi: «Questo fenomeno riguarda in modo più consistente quei palazzi cittadini di fascia medio-bassa. In questi contesti è più facile trovare famiglie in cui uno, o più componenti, hanno perso il lavoro. Un problema, quello occupazionale, che pesa maggiormente sugli extracomunitari che non possono contare su una rete di aiuto offerto dai parenti».

Negli anni pre-crisi, gli stranieri avevano addirittura dato una spinta al mercato immobiliare, grazie alla possibilità di accendere facilmente un mutuo: «Ci sono stati anni in cui si poteva ottenere un finanziamento pari al 100% della cifra necessaria all’acquisto della casa – ricorda Manzoni -. Questo ha spinto molte persone ad affrontare un impegno economico che, con la perdita del lavoro, diventa impossibile da sostenere». Morosità condominiale anche negli stabili della fascia medio-alta: «In questo caso spesso ad essere morose sono le società. Sempre a causa della crisi le società, che hanno investito in appartamenti e che sono in difficoltà, smettono di pagare le spese condominiali».

Fatto sta che la morosità è raddoppiata nei numeri: «Se fino a dieci anni fa – sottolinea il presidente Anaci – nei condomini medio-grandi (sui 30-40 appartamenti) i decreti ingiuntivi erano 4 o 5 all’anno oggi si è arrivati a contarne almeno una decina».

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