La Lombardia torna arancione
Attesa per la nuova ordinanza

L’Istituto superiore di Sanità: «Rivalutazione del monitoraggio necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia». Attesa per il provvedimento del ministero, il cambio potrebbe scattare domenica. Il sindaco di Bergamo: «Una notizia importante soprattutto per le scuole». La Regione: «Nessuna richiesta di rettifica, ma un necessario aggiornamento di un “campo del tracciato” che viene inviato quotidianamente all’Iss».

I dati della sorveglianza epidemiologica Covid-19 forniti dalla Regione Lombardia il 20 gennaio «cambiano il numero di soggetti sintomatici notificati dalla stessa Regione. Pertanto, una rivalutazione del monitoraggio si rende necessaria alla luce della rettifica fornita dalla Regione Lombardia». Lo evidenza una relazione tecnica dell’Istituto superiore di Sanità. Il 20 gennaio la Regione Lombardia ha inviato l’aggiornamento della situazione epidemiologica nel quale era indicata «una rettifica dei dati relativi alla settimana 4-10 gennaio». Una rettifica «del numero dei casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio sintomi, quelli per cui viene data un’indicazione di stato clinico laddove assente». È quanto riporta la relazione dell’Iss sul «caso» Lombardia che l’Ansa ha visionato. Cambiamenti che «riducono in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere confermati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo Rt». In base dalle indicazioni emerse dalla relazione dell’Iss, il ministro della Salute è autorizzato a emettere una nuova ordinanza, che potrebbe portare al cambio colore già domenica 24 gennaio.

«Attendiamo da Roma – ha dichiarato poco prima delle 20 il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana – con fiducia notizie che potrebbero determinare il passaggio della nostra Regione in zona arancione. I veri dati, che noi sosteniamo essere positivi da alcuni giorni, dovrebbero consentire di essere sicuramente in zona arancione. Abbiamo sempre inviato dati puntuali, precisi e corretti, quindi contesto le false notizie che girano circa presunte irregolarità nella trasmissione». «Nessuna richiesta di rettifica - si legge in una nota diffusa poco dopo dalla Regione – ma un necessario aggiornamento di un “campo del tracciato”, tracciato che quotidianamente viene inviato all’Istituto superiore di Sanità». «Azione, condivisa con l’Istituto superiore di Sanità - prosegue la nota - resasi necessaria a fronte di un’anomalia dell’algoritmo utilizzato dall’Iss per l’estrazione dei dati per il calcolo dell’Rt, segnalata dagli uffici dell’assessorato al Welfare della Regione e condivisa con Roma». Qui di seguito il video con le dichiarazioni di Fontana.

Nel tardo pomeriggio Fontana aveva già annunciato che «dai rumors che ci arrivano la Lombardia entrerà in zona arancione», tornando anche sul ricorso al Tar presentato nei giorni scorsi dalla Regione e ancora pendente: «Credo che il ricorso abbia avuto sicuramente un suo effetto. Ha evidenziato un problema che oggettivamente noi avevamo chiarito fin da settimana scorsa, avevamo evidenziato che c’era qualcosa che non funzionava». A portare la Lombardia in zona rossa è stata una «sovrastima dell’Rt» riferito al 30 dicembre e «calcolato dall’Istituto superiore di Sanità», affermano all’Ansa fonti qualificate della Regione Lombardia replicando alla ricostruzione del governo. La sovrastima, spiegano ancora le fonti, sarebbe stata dovuta ad una valutazione che non avrebbe tenuto conto di una novità introdotta con la circolare del ministero della Salute del 12 ottobre, quella che ha stabilito che un paziente può essere dichiarato guarito con un solo tampone molecolare e non più con due.

Commenta così il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori: «Il ritorno della Lombardia alla classificazione di “zona arancione” è una notizia importante innanzitutto per le scuole. Da mesi le superiori sono costrette alla didattica a distanza e la “zona rossa” aveva bloccato anche le seconde e terze medie. Da lunedì sarà possibile riaprire le scuole medie e riportare in classe, al 50%, anche gli studenti delle scuole superiori. In più sarà possibile riaprire i negozi. Si tratta di una decisione fortemente auspicata e attesa a Bergamo, dove gli indici epidemiologici sono da mesi più contenuti che nelle altre province lombarde, e dove pertanto la classificazione di “zona rossa” – decisa settimana scorsa dal Governo per tutta la Lombardia – appariva particolarmente restrittiva. Proprio per questo nei giorni scorsi, insieme al presidente della Provincia, avevo chiesto alla Regione e al Ministero di valutare una deroga per il nostro territorio. È tuttavia sconcertante apprendere che la scorsa settimana la Lombardia sia stata indicata come “zona rossa” per un errore nel calcolo dell’indice Rt. Chi ha sbagliato dovrebbe scusarsi con i cittadini lombardi».

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