Il vescovo Beschi sulla vocazione
«Una voce che spalanca l’orizzonte della vita»

Nel giorno della 57esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, monsignor Beschi durante la celebrazione che si è svolta nella Basilica di Santa Maria Maggiore si è soffermato proprio sul significato e il valore del termine vocazione. Guarda il video integrale della Messa celebrata domenica 3 maggio alle 10.30.

La celebrazione domenicale presieduta dal vescovo Francesco Beschi è stata seguita anche domenica 3 maggio, attraverso la diretta televisiva prodotta da Bergamo Tv e trasmessa anche qui dalle 10.30.

Il vescovo ha celebrato l’Eucaristia della IV Domenica di Pasqua questa volta non dalla cattedrale ma dall’altare della basilica di Santa Maria Maggiore. Alla celebrazione del 3 maggio hanno partecipato anche il presidente della Mia, Fabio Bombardieri e il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.

Il vescovo ha detto che: «la Basilica (di Santa Maria Maggiore) rappresenta la collaborazione fra città e Chiesa e il cammino fatto insieme anche in questo tempo».

Nel giorno della 57esima Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, monsignor Beschi nell’omelia si è soffermato proprio sul significato e il valore del termine vocazione.

«La vocazione - ha detto- è una voce che riconosciuta spalanca l’orizzonte della vita». Ascoltare e rispondere sono i due atteggiamenti di chi accoglie questa voce. «Abbiamo ascoltato in queste settimane la voce del povero, del malato che diceva: Aiutami! Salvami! Lo diceva anche attraverso uno sguardo. È una parola vivente che mi chiama a dare il meglio di me, a dare la vita. Di fronte al povero siamo chiamati alla responsabilità. La città, la famiglia, la comunità cristiana si edificano a partire da un ascolto e su come ad esso corrispondono. Una grande forza che abbiamo nutrito in queste settimane è l’obbedienza alla realtà».

Al termine della celebrazione Francesco Beschi ha ricordato che da lunedì 3 maggio si potranno celebrare i funerali. «Attendiamo presto anche la possibilità nelle prossime settimane di celebrare insieme. Dovremo vivere con prudenza, responsabilità e pazienza il nostro ritrovarci nelle chiese».

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