La Rsu del Comune scrive al sindaco
«Brignone sospeso, è una ritorsione»

«C’è il sospetto che vi sia una ritorsione nei confronti dell’attività sindacale a tutela dei colleghi». Così, la Rus del comune di Bergamo scrive al sindaco Giorgio Gori, per lamentarsi della sanzione ingiusta inflitta a un componente dell’organo sindacale, sospeso da funzioni e stipendio per 5 mesi.

«La storia - continua il comunicato della Cisl - parla di una multa contestata da un cittadino, che davanti al Giudice di Pace ha chiesto la presenza di Francesco Brignone, agente di polizia municipale e componente Rsu. Nella sua opera di difesa, a Brignone è stato contestato di aver pronunciato frasi “lesive del buon nome del Comune, e di aver operato in regime di conflitto di interesse”».

«La Rsu ritiene “assolutamente inusuale l’entità della sanzione”, convinta che si sia invece voluta colpire visivamente e simbolicamente “l’attività di rappresentante sindacale di Brignone, delegato Rsu, in prima fila nella denuncia delle frequenti violazioni contrattuali operate nella gestione del Corpo della Polizia Locale, configurando quindi un palese comportamento antisindacale che, siamo certi, non può essere condiviso da questa amministrazione. Fatte salve le iniziative legali che l’interessato sta intraprendendo a propria tutela, e a questo punto anche a tutela di chiunque svolge attività sindacale in questo o in altri enti pubblici, riteniamo indispensabile un immediato incontro con il sindaco, per discutere delle linee di relazione sindacale che questa amministrazione ha praticato e intende perseguire in futuro e sulla politica disciplinare che viene praticata in questi ultimi mesi».

L’Eco di Bergamo si era occupato della vicenda già lo scorso 23 marzo. Brignone, che era già stato al centro di una controversia amministrativa quando, in occasione dei funerali dello storico presidente dell’Ana Leonardo Caprioli, aveva prestato servizio indossando il cappello degli alpini, è stato sospeso a causa di una multa. Non una di quelle rilasciate nello svolgimento delle proprie mansioni, ma quella appioppata a un’altra dipendente comunale alla quale lo stesso Brignone aveva offerto la propria consulenza per il ricorso. In pratica la sanzione, per aver lasciato l’auto su un’aiuola a Boccaleone, era stata comminata secondo il regolamento di polizia urbana, anziché il codice della strada con una bella differenza di importo: 100 euro invece dei 28,70 euro previsti dallo stesso regolamento.

Da qui l’opposizione (con la richiesta di applicare la norma generale), una prima risposta negativa e la decisione di presentarsi di fronte al giudice di pace. «Brignone - si legge nel provvedimento che gli era stato notificato - ha svolto attività in violazione delle norme legislative e regolamentari in materia di incompatibilità allo svolgimento di attività extra-istituzionali, in quanto ha prestato consulenza (benché a titolo gratuito) alla collega già nella fase di stesura del ricorso presentato al Giudice di pace».

«Successivamente - recita ancora il documento - l’ha accompagnata e “assistita” in udienza, ponendosi in concreto e palese conflitto di interessi non generico con l’amministrazione e dando una chiara dimostrazione della volontà di contrastare l’operato dell’ente, in particolare quello del collega agente che aveva emesso il provvedimento sanzionatorio e più in generale di nuocere in ogni modo alla stessa».

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