L’appello di Gori al governo:
«Deve accelerare sui rimpatri»

«Così come siamo stati molto determinati nel renderci disponibili all’accoglienza dei profughi, lo siamo ora altrettanto nel dire che se le regole hanno un valore, sul tema del rimpatrio dei migranti a cui non è stato riconosciuto lo status di rifugiato, si deve essere più efficaci di quanto si sia stati finora».

Il sindaco Giorgio Gori va dritto al nocciolo del problema: i rimpatri per i diniegati. Chiama in causa il governo e lancia un appello perché la questione sia posta con forza nell’agenda politica nazionale. «Il mio - ripete - è un appello al governo. Non si può lasciar cadere questo tema nel vuoto. Si dice che i rimpatri sono complicati perché non ci sono uomini e risorse, ma non possiamo permetterci di consegnare questa gente alla clandestinità e alla strada. È una preoccupazione viva delle comunità e il governo deve intervenire con forza».

I numeri sulle domande accolte dalla commissione territoriale di Brescia a cui fa capo anche Bergamo, «sono preoccupanti» ammette. Delle 1.450 domande presentate ad oggi in Bergamasca dai richiedenti asilo, ne sono state esaminate 361: solo 17 sono state accolte, il 4,7 per cento.

Il rischio, aggiunge, è che persone che di fatto perdono le minime garanzie finora ottenute - uscendo dai progetti di accoglienza - finiscano per alimentare il popolo dei senza fissa dimora. Un problema che finirà per interessare tutte le realtà. E che preoccupa il primo cittadino. «Vogliamo evitare che la questione degeneri» avverte Gori.

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