Atalanta a Roma, si parla dell’Italia
Malagò: se fossi Tavecchio mi dimetterei

È il giorno della presentazione ufficiale: martedì 14 novembre a Roma, davanti ai vertici del Coni e al ministro per lo Sport Luca Lotti, si sta presentando il nuovo stadio dell’Atalanta.

«Atleti azzurri d’Italia» cambierà nome, anche se non ci sono anticipazioni sull’intitolazione e a partire dalla fine del campionato, la società capitanata da Antonio Percassi è pronta a mettere in cantiere il progetto (firmato dallo studio De8Architetti) che entro il 2020 ridisegnerà l’ex Comunale e l’intero quartiere, con un investimento da 35 milioni di euro (compresi gli 8,6 dell’acquisizione).

«In una giornata triste c’è anche qualcosa di buono. Parlo di squadre come l’Atalanta: oggi la presentazione di questo stadio arriva come a simboleggiare una rinascita che parte dalle infrastrutture. Siamo indietro di venti anni, forse di trenta: il movimento va rifondato, bisogna prendere delle decisioni importanti». Queste le parole del ministro dello Sport, Luca Lotti, dal palco del Salone d’Onore del Coni dove sta partecipando alla presentazione del nuovo stadio dell’Atalanta. «Andremo presto a visitare il vivaio del club bergamasco, simbolo di una rinascita. Tutti insieme possiamo farlo», ha aggiunto Lotti.

«Credo sia opportuno davvero sfruttare questa occasione per rifondare del tutto il calcio italiano». Questo il messaggio lanciato dal ministro che commenta la disfatta dell’Italia di lunedì a San Siro: «Non abbiamo scoperto con la partita contro la Svezia, che qualcosa non va - ha aggiunto Lotti entrando nella sede del Coni per partecipare alla presentazione del nuovo stadio dell’Atalanta -. Siamo usciti al primo turno negli ultimi due Mondiali, non si riescono a eleggere i presidenti della Lega di A e di B. Insomma c’è molto da fare. E’ un problema che riguarda tutti, anche culturale: come si insegna a fare calcio, come i genitori stanno in tribuna. Lo dico anche da umile allenatore di provincia: forse è il caso di ripartire da lì, dalla base. Se mi aspettavo posizioni diverse da parte di Ventura e Tavecchio? Spetta a loro prendere delle decisioni. Tutti devono fare la loro parte, ciascuno per il proprio compito. Come governo stiamo provando a dare una mano al calcio con la riforma dei diritti televisivi. C’è ancora molto da fare , dobbiamo farlo tutti insieme».

Ribadisce il ministro: «Paradossalmente la presentazione di quest’accordo arriva proprio oggi. Oggi ho detto che il calcio italiano è da rifondare ma c’è anche qualcosa di buono, come dimostrano squadre come l’Atalanta e l’Empoli con i loro vivai». Poi: «La rinascita del nostro calcio parte anche dalle infrastrutture sportive e dagli stadi».

E torniamo allo stadio di Bergamo e il modello che ha ispirato il patron Antonio Percassi, per sua stessa ammissione, è il Signal Iduna Park del Borussia Dortmund: qui, in versione ridotta, ci saranno 24 mila posti a sedere coperti, con grande impatto e visibilità, il più vicino possibile al campo da gioco.

L’area interessata è di 57.525 metri quadri, di cui 31.675 occupati dallo stadio vero e proprio. L’elemento saliente sarà l’ampliamento di piazzale Goisis (da 4.400 a 6.600 metri quadri), dove verrà mantenuto il mercato del sabato mattina. I maggiori spazi pubblici saranno ricavati da una parte attraverso la «correzione» della forma dell’impianto, che diventerà da ovale a rettangolare, dall’altra grazie a quella che viene definita «una soluzione rivoluzionaria per la sicurezza». Il prefiltraggio, infatti, dall’attuale piano terra verrà spostato sulle nuove rampe d’accesso che sbarcheranno al primo livello dello stadio, dove ci sarà l’accesso vero e proprio. Per liberare il quartiere dalle auto, di fronte alla curva sud verrà costruito un parcheggio sotterraneo da circa 300 posti.

A margine della presentazione del nuovo stadio, Malagò ha anche precisato il suo punto di vista sulle mancate dimissioni del ct Ventura dopo la gara con la Svezia: «Di fatto sembra che il suo contratto sarebbe stato rinnovato solo esclusivamente in caso di qualificazione dell’Italia al Mondiale. Siamo a fine novembre e presumo che questo contratto ci sia ancora per qualche mese, la sostanza quindi cambia poco. Di fatto Ventura non ha il rinnovo. Che si dimetta oggi, o fra un mese cambia poco. Mi sembra che su Ventura gli elementi sono acclarati». E ha aggiunto: «Se fossi Tavecchio mi dimetterei».

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