Le ditte puntano ai test fai-da-te
in attesa delle direttive di Ats

La Abe elettronica li ha fatti su 50 dipendenti e la Modelbel li ha ordinati. Ats prepara il programma.

Diagnosi. È una delle «4D» della ripartenza. «I test sierologici validati da Regione Lombardia saranno accessibili secondo il programma e la tempistica che verrà definita da Ats la prossima settimana», annuncia Massimo Giupponi, direttore dell’Agenzia di tutela della salute di Bergamo. La maggior parte delle imprese - confermano dalle associazioni di categoria - è in attesa delle indicazioni, anche per orientarsi nella giungla dei kit in commercio. Alcune, invece, si sono portate avanti col «fai da te», anche se la certezza della validità ancora non c’è.

«La differenza tra un burocrate e un sostanzialista, è che il secondo non aspetta. Io sono un sostanzialista», si presenta Roberto Valentin, vicepresidente provinciale di Confimi-Apindustria e titolare della Abe elettronica di Caravaggio, azienda da oltre 35 anni specialista del broadcasting. Ammettendo di non avere «grande fiducia nella capacità operativa e organizzativa di tutto l’insieme», già a metà marzo Valentin ha ordinato 80 test sierologici (quelli che con una goccia di sangue mischiata al reagente darebbero la patente di immunità), al costo di 11 euro l’uno più Iva. «Ora il prezzo è già arrivato a 16 euro», fa notare. Descrivendo l’iter dell’acquisto: «Può essere fatto solo da uno studio medico o da un ospedale. Mi sono quindi rivolto a un amico ex primario che ha fatto da “tramite” con la casa produttrice di Perugia e che poi, settimana scorsa, ha eseguito qui in azienda il test a 50 dipendenti su tre unità: Abe elettronica, Af meccanica e Wave Art».

Ai dipendenti è stata lasciata la libertà di sottoporsi o meno (tutti hanno accettato tranne uno), «a patto che ci rendessero noto il risultato, perché non lo abbiamo fatto per sport, ma per tutelare meglio tutti». L’esito: solo tre sono risultati positivi, «ma di questi solo uno aveva l’infezione ancora in corso», precisa Valentin, che maneggia le sigle degli anticorpi (Igm e Igg) con piglio scientifico. «So che questi test non sono la verità assoluta – dice – ma sfido io a dire che non sono validi, visto che sono pure notificati dal ministero della Salute. Incrociando le informazioni date dai dipendenti e gli esiti c’è una coincidenza che ne dimostra l’attendibilità». Li considera quindi un elemento importante «per la serenità e la sicurezza dei lavoratori, insieme all’uso di dispositivi di protezione, alla misurazione della temperatura, distanze e sanificazione», provvedimenti già applicati nell’azienda che da fine marzo sta lavorando a ranghi ridotti.

Anche Guido Longaretti, titolare della Modelbel di Costa di Mezzate, impresa artigiana specializzata in stampi in poliuretano, materiale utilizzato soprattutto in ambito medico, ha deciso di affidarsi allo screening in anticipo rispetto alle direttive regionali. «Già a gennaio abbiamo creato un “contesto ospedalizzato”, con mascherine e buone prassi. Ora abbiamo ordinato 20 kit, del costo di 40 euro l’uno, già validati in Germania. Ci siamo affidati a uno studio medico privato di Bergamo, che nei prossimi giorni verrà in azienda». Tutti e tredici tra dipendenti e collaboratori saranno testati, anche se attualmente sono solo due le persone rimaste nel capannone, «sanificato h24 con l’ozono». «Abbiamo continuato a produrre per decreto ministeriale – spiega Longaretti – ma riorganizzando il lavoro con lo smart working».

© RIPRODUZIONE RISERVATA