Le Regioni: «Turismo invernale in crisi
Chiediamo al Governo ristori immediati»

Appello dagli assessori alla Montagna e al Turismo di Lombardia, Val D’Aosta, Friuli Venezia Giulia, Veneto, Piemonte, Abruzzo e province autonome di Bolzano e Trento: «Prendiamo atto dell’ipotesi annunciata dal Governo di un nuovo rinvio dell’apertura degli impianti di risalita e del conseguente incremento della crisi, Governo assuma un impegno serio».

«Prendiamo atto dell’ipotesi annunciata dal Governo di un nuovo rinvio dell’apertura degli impianti di risalita (prevista nell’attuale Dpcm il 18 gennaio) e del conseguente incremento della crisi di tutto il comparto del turismo invernale della montagna, e chiediamo al Governo di assumere un impegno serio nei confronti di questo settore, garantendo ristori certi, immediati e proporzionati alle perdite subite». Lo dichiarano Massimo Sertori (assessore alla Montagna di Regione Lombardia), Antonio Rossi (sottosegretario della Regione Lombardia), Daniel Alfreider, (vicepresidente della Provincia Autonoma di Bolzano), Luigi Giovanni Bertschy (vicepresidente della Regione Autonoma Valle d’Aosta), Sergio Bini (assessore al Turismo Regione autonoma Friuli Venezia Giulia), Federico Caner (assessore al Turismo Regione Veneto), Roberto Failoni (assessore al Turismo Provincia Autonoma di Trento), Fabrizio Ricca (assessore allo Sport Regione Piemonte) e Daniele D’Amario (assessore al Turismo Regione Abruzzo).

Lunedì 11 gennaio hanno partecipato alla Commissione Speciale Turismo della conferenza delle Regioni e delle Province autonome. All’ordine del giorno l’approfondimento in relazione al protocollo e alle linee guida di utilizzo degli impianti di risalita nelle stazioni e nei comprensori sciistici. Il testo sarà sottoposto alla valutazione da parte del Comitato Tecnico scientifico del Governo. «Durante i lavori della Commissione – continuano i rappresentanti delle Regioni – sono emerse infatti le richieste che saranno avanzate al Governo. In particolare, quindi, una data garantita di apertura. Oltre a ristori certi e immediati. Proporzionati al minor fatturato della stagione agli impianti di risalita e a tutte le attività correlate. Tra cui rifugi, alberghi, maestri di sci, servizi, ecc. Stabilita una data certa sarà necessario dare continuità all’attività degli impianti di risalita. Tutto nel rispetto delle limitazioni previste dalle linee guida del protocollo approvato dal Cts. La dinamica della diffusione del virus, e quindi la suddivisione delle zone a colori, determinerà, le relative limitazione in ordine alla mobilità delle persone piuttosto che al restringimento dei servizi».

Tutto il turismo legato alla montagna, in condizioni normali, sviluppa almeno 20 miliardi di euro durante una stagione invernale. «Si tratta di un comparto che oggi soffre alcuni miliardi di mancato fatturato. E tra l’altro, rischia, a crisi epidemica finita, di non avere quindi più la forza di rialzarsi. Per questo è necessario mettere in campo misure immediate e proporzionate per le imprese e per i lavoratori stagionali». Questo è il grido d’allarme, sul tema impianti di risalita, mandato al Governo dalle Regioni. Che sono infatti disponibili da subito nella collaborazione istituzionale per trovare una soluzione condivisa e immediata.

Sul tema interviene anche Andrea Formento, presidente nazionale di Federfuni Italia: «No ad ulteriori rinvii sulle aperture degli impianti sciistici», «noi continuiamo a combattere affinché il 18 gennaio gli impianti sciistici possano finalmente riaprire, combattere per questo è il nostro dovere, un dovere che ci sentiamo addosso rispetto ai nostri dipendenti e a tutto l’indotto che ruota intorno a noi». «Crediamo che dopo tre rinvii non ci siano più le condizioni, anche economiche, per poterne sostenere altri - sottolinea -. Ma non ci sono nemmeno le condizioni sanitarie per rinviare l’apertura degli impianti, perché la montagna ha una situazione tale da poter consentire le aperture in sicurezza». Formento sottolinea che «non intendiamo mollare, e per noi l’obiettivo primario è aprire il 18 gennaio con regole certe, che prevedono code singole agli impianti, code singole alle biglietterie, limitazione al 50% nelle cabinovie. Inoltre, stiamo lavorando anche sulla parte che riguarda i rifugi». «Noi ci crediamo - conclude il presidente di Federfuni Italia - e continuiamo a dare battaglia affinché questa data diventi realtà»

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