«Leghista sionista? Non c’è diffamazione»
Il giudice assolve il segretario del Mab

Luigi Cosentino, del Movimento d’avanguardia Bergamo, aveva postato sui social la foto di uno striscione comparso sul pratone di Pontida: «Pontida come Tel Aviv. Leghista sionista». Querelato da Salvini. Il Tribunale: nessuna offesa, e comunque c’è il diritto di critica politica.

Leghista sionista? E allora? Il fatto non sussiste. «Equiparare un leghista a un sionista non è offensivo» e se anche lo fosse stato «sussisterebbe la scriminante del diritto di critica politica», tutelato dall’articolo 51 del Codice penale e a monte dalla Costituzione. Nella motivazione con cui ha assolto Luigi Cosentino, 38 anni, operaio di Spirano nato a Catanzaro, segretario del Mab (Manipolo d’avanguardia Bergamo) dall’accusa di diffamazione aggravata a mezzo stampa, il giudice Giovanni Petillo ha spiegato perché l’aggettivo «sionista», in quel contesto, non può essere considerato lesivo dell’onore e del patrimonio morale e culturale della Lega come lamentato dal segretario Matteo Salvini nella querela presentata allora. Cosentino aveva postato sui social la foto di uno striscione apparso nel marzo 2015 nel pratone di Pontida. «Pontida come Tel Aviv. Leghista sionista».

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