Levanzo, nell’arcipelago delle Egadi
6 camere di charme a firma bergamasca

Qualcuno aveva già messo in giro la voce che sarebbe stato lui, il «divin» Gualtiero Marchesi decano dei cuochi italiani, ad aggiudicarsi la gara per la gestione del faro di Capo Grosso sull’isola di Levanzo come degli altri che lo Stato, attraverso il Demanio, ha deciso di affittare ad imprese private.

Qualcun altro aveva ipotizzato che il probabile vincitore del banco sarebbe stato invece Patrizio Bertelli, patron di Prada, già proprietario di una bella fetta dell’isola più piccola dell’arcipelago siciliano delle Egadi. Battendo questi colossi nei rispettivi campi, ad aggiudicarselo è stato invece il bergamasco Lorenzo Malafarina, titolare della «SeventySeven», azienda con sede in città, in via Frizzoni, che si occupa di investimenti nel settore alberghiero.

Dopo avere lavorato per importanti tour operator ed in gioventù essersi occupato dell’organizzazione di concerti e spettacoli, Malafarina ha gestito in prima persona alberghi di prestigio sparsi nel Mediterraneo, da Lampedusa a Maratea. Cedute quelle attività ad importanti gruppi alberghieri, ha fondato appunto l’azienda che ora dirige per dedicarsi all’apertura di nuove strutture di piccole dimensioni ma di alto livello di servizio che appartengano alla categoria che i francesi definiscono «maison d’hotes».

«Quando ho sentito le voci circa l’interessamento di personaggi di tale portata - dice Malafarina - mi sono preoccupato, ma noi siamo andati avanti in silenzio con la consapevolezza di avere fatto un buon lavoro e di avere tutte le carte in regola. E questo ci ha premiato».

Le linee guida del progetto di sistemazione della struttura e dell’impostazione dell’ospitalità quali sono? «Come da bando, l’intervento sarà sostanzialmente conservativo e rispettoso delle caratteristiche della costruzione e degli spazi accessori. Verranno realizzate 6 camere naturalmente dotate come si dice di tutti i confort ma all’insegna di un concetto di benessere generale, di un’atmosfera rilassata. Un lusso vissuto e non ostentato».

E a proposito di chef, o di cuoco come da tradizione italiana, l’identikit corrisponde a quello di un altro bergamasco, Alessandro Martinelli. Staccatosi dal gruppo di famiglia con il quale si è fatto conoscere ed apprezzare prima nella gestione del «Bianchini» di Orio, più recentemente al «Primo Piano» di Cenate Sotto, attualmente si divide tra la «Croissanteria Lab» di Carobbio degli Angeli ed il ristorante dell’Aeroclub di Orio al Serio preso recentemente in gestione.

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