ConGiulia onlus «Liberi di sognare»
Quando parole e immagini curano

Venerdì «ConGiulia onlus» presenterà il progetto realizzato in collaborazione con il fotografo Benedusi .

L’elaborazione condivisa della malattia come importante forma di cura finalizzata, quando possibile, alla guarigione o per garantire una migliore qualità della vita ai pazienti. È questo il tema che sarà trattato nel corso di «Liberi di sognare: le parole e le immagini che curano», l’incontro organizzato dall’associazione «conGiulia onlus» nata in ricordo della giovane Giulia Gabrieli: l’appuntamento è per venerdì all’auditorium Parenzan dell’ospedale Giovanni XXIII. Il fotografo Settimio Benedusi, dialogherà sul palco con Fabio Finazzi, giornalista del Corriere della Sera, e saranno proposti contributi video, a cura del videomaker Nazareno Cortinovis, intermezzi musicali e letture teatrali. Porteranno il loro saluto il direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII, Maria Beatrice Stasi, e il sindaco, Giorgio Gori.

Con Benedusi, che collabora al progetto (insieme a tutti gli altri artefici dell’iniziativa) da volontario, a gennaio è stato allestito un set fotografico all’interno dell’ospedale di Bergamo. Ad alcuni bambini, ragazzi e operatori sanitari e volontari dell’oncoematolgia pediatrica è stata offerta la possibilità, attraverso costumi di scena, di rappresentare in un personaggio il sogno della propria vita. Nella post-produzione fotografica è stata ricostruita un’ambientazione quanto più vicina alla realtà. Cortinovis ha ripreso, in una sorta di backstage permanente, il progetto in divenire in tutte le sue fasi preparatorie. Un escamotage narrativo che permetterà di restituire, nell’incontro di venerdì, le testimonianze dei protagonisti. «Un’occasione per calarsi dentro la realtà di bambini e di ragazzi – fanno sapere dall’associazione –  che vivono le corsie di un ospedale per mesi o a volte anni e sono persone più che mai capaci di sognare e di sperare, di tenere a bada la paura del futuro, ritrovando spazi di normalità e spensieratezza». I sogni di ciascuno di loro, «insieme a quelli di tutti gli altri partecipanti al progetto, inclusi gli spettatori del convegno che saranno stimolati dall’identificazione e dalla partecipazione emotiva a immaginare a loro volta il loro sogno, andranno a comporre, come tasselli di un puzzle, un unico grande sogno collettivo». Gioco, arte e racconto «diventano una straordinaria esperienza di medicina narrativa». L’appuntamento alle 9 (aperto a tutti, per le scuole superiori necessaria la prenotazione) o alle 20,30 (aperto a tutti).

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