Lidia nel cuore del soccorso
In volo con l’elicottero del 118 - Video

«Cosa mi ha colpito di più di questa esperienza? L’umanità e la professionalità degli operatori. Il poter vedere da vicino e dal vivo come si approcciano a chi sta male».

Lidia Allevi, universitaria ventiduenne di Casirate d’Adda, domenica 26 giugno è stata la prima studentessa a salire a bordo dell’elisoccorso del 118 dell’Areu, l’Azienda regionale emergenza urgenza, a Bergamo. Non per un’esercitazione o una spiegazione guidata teorica: ma per un vero intervento di soccorso, che ha potuto seguire dal vivo, dall’inizio alla fine.

Ovvero da quando - erano le 14 - alla Soreu Alpina, la sala operativa del Papa Giovanni XXIII che riceve le chiamate di soccorso dal 112, l’elicottero è stato inviato all’ospedale di Manerbio, nel Bresciano, per trasportare proprio a Bergamo un ragazzo vittima di infortunio. «Mi ha colpito perché era all’incirca un mio coetaneo - racconta Lidia al termine dell’esperienza -. Il momento più emozionante? Quando siamo entrati nella “Shock room” del Pronto soccorso: ho visto tante persone sofferenti e l’elevato grado di professionalità degli operatori. Aspetti che, dall’esterno, non si possono percepire, mentre indossando i panni dei soccorritori sì».

La ventiduenne, che frequenta la facoltà di Lingue orientali all’Università di Bergamo, è una delle studentesse coinvolte nel progetto «Ragazzi on the road», organizzato da ormai dieci anni dall’omonima associazione di Bergamo e che consente a studenti delle superiori e universitari di affiancare per un certo periodo (quest’anno fino al 10 luglio) le forze dell’ordine e apprendere così di persona - indossando anche le relative divise - tecniche e modalità d’intervento. Con l’obiettivo di aumentare nelle nuove generazioni la sensibilità sull’importanza della sicurezza, della legalità e della prevenzione sulle strade, ma non solo.

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