Luca, stage da «Cisalfa» e poi il «Byron»
La sua grande passione era il calcio

Se n’è andato nel buio della notte tra sabato e domenica, travolto mentre era in sella alla sua moto con l’amico Matteo Ferrari, 18 anni, la cui vita è appesa a un filo.

Luca Carissimi, 21 anni, era un ragazzo volenteroso: da qualche mese era entrato nel mondo di «Cisalfa». Per qualche mese si è fatto in quattro negli uffici di Curno come stagista, passo obbligato prima dell’attesa firma sul contratto. Che sarebbe sicuramente arrivata a breve, dato l’impegno dimostrato. Da tre anni inoltre aveva deciso di fare anche il pony pizza, per guadagnare qualche soldo. Al ristorante «Byron», in via Palma il Vecchio, in città, arrivava puntuale ogni volta che veniva chiamato per un servizio, anche all’ultimo momento.

I proprietari della pizzeria, scioccati per l’accaduto, hanno ricordato Luca con un post su Facebook e ieri, domenica 4 agosto, hanno avvisato che non avrebbero fatto consegne a domicilio in segno di lutto. Solo un post totalmente nero e una scritta: «Stasera non effettueremo consegne a domicilio». E sotto la spiegazione: «Dorilio, Franca e tutto il personale del ristorante “Byron” si stringono intorno alla famiglia e agli amici di Luca, che è venuto a mancare stanotte. La sua morte lascia in tutti noi un profondo dolore e sbigottimento. Chiediamo scusa a tutti voi, ma sappiamo che capirete il nostro segno di lutto e rispetto». Luca Carissimi lavorava al «Byron» con un contratto a chiamata come pony pizza.

Un lavoro come un altro per un ventunenne che vuole iniziare a guadagnare qualche soldo, una mansione semplice in cui però serve tanta attenzione. «Un bravissimo ragazzo, solare, a modo. Sempre disponibile – ricorda Dorilio Maringoni, il titolare –. Sono letteralmente sconvolto. Mai avrei immaginato una cosa del genere».

Il calcio era la sua più grande passione. Condivisa con i colleghi e soprattutto con gli amici con cui è cresciuto e dove era conosciutissimo. Borgo Palazzo e piazza Sant’Anna: dall’oratorio a casa sua, un appartamento nel condominio che prende il nome di «Canarie», dove viveva con papà Marco, mamma Cristina e la sorella Claudia, saranno al massimo cinque minuti di corsa.

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