L’umanità dell’uomo stanco
Alla fine Bossetti piange in aula

Alla fine non ha retto. Quel groppo in gola che si ingrossava ad ogni ricordo dei figli , snocciolati con un fil di voce dalla moglie Marita, si è rotto e Bossetti non ha più trattenuto le lacrime.

I corsi di nuoto e di majorettes, la ginnastica ritmica, le risate e il pranzo della domenica con i cognati. I flash di una vita quotidiana che non c’è più sono tornati come lampi d’emozione nella testa del muratore. E in un crescendo di ansia e tensione, appena Marita ha rievocato i ritorni a casa, la sera, del marito con le figurine o un giochino per i bimbi, con la tavola già apparecchiata, lui si è messo le mani al volto, bagnato da un pianto subito soffocato.

Che non sarebbe stata un’udienza facile per il muratore di Mapello e per tutti si è capito subito. Uscito dal furgone della Polizia penitenziaria, Bossetti ha fatto anticamera più di mezz’ora, da solo, in un corridoio vicino all’aula, camminando in lungo e in largo nervosamente, quasi a contare i passi e i minuti. Stretto nel pullover bianco, non si è perso una parola della moglie Marita. E quando la stessa è stata incalzata dalle domande del pm Ruggeri e dell’avv. Pelillo in merito alle ricerche a luci rosse in internet a un certo punto è sbottato: «È intollerabile, adesso basta».

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