Calvenzano, vita spezzata a 17 anni
«Addio Marco, ragazzo speciale»

La mamma gli aveva inviato vari messaggi, ma il diciassettenne non li aveva letti. Così i genitori gli sono andati incontro, scoprendo la tragedia. La procura ha disposto la perizia cinematica.

«Dopo la lezione di boxe alla palestra della Geromina, la mamma lo aspettava a casa per andare a mangiare assieme la pizza alla festa degli alpini, in corso qui a Calvenzano, dove la sorella Giulia è impegnata come volontaria. Ma Marco i messaggi che mamma Anna gli scriveva via WhatsApp non li leggeva: non compariva la spunta blu. E ha avuto un brutto presentimento. Così col papà Andrea si sono messi in viaggio per andargli incontro e hanno visto i lampeggianti blu. Pensavano si fosse rotto una gamba. E invece era sdraiato a terra».

È lo straziante racconto in lacrime di Patrizia Mapelli, zia di Marco Bonalumi, il diciassettenne di Calvenzano morto martedì sera nello schianto tra la sua moto da cross e un’auto in via Canonica a Treviglio. «Salite, salite in casa, ma Marco non c’è più», sussurra, accogliendo le tante persone che arrivano al palazzo di via Treviglio dove il ragazzo, studente all’Itis Archimede, viveva con i genitori e la sorella, di un anno più giovane di lui. Mamma e papà sono chiusi nel dolore. La zia Patrizia, insegnante al liceo Galilei di Caravaggio, si fa forza: «Marco era un bravo ragazzo, speciale. Era un tipo taciturno e riservato. Sorrideva raramente e altrettanto di rado amava farsi fotografare. Era l’amico che tutti vorrebbero avere, perché discreto e affidabile».

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