«Il 25 Aprile e il valore della Libertà»
In 4 mila al corteo di Bergamo - Foto

«La nostra patria e il mondo intero, il razzismo è illegale». Recita così uno degli striscioni del corteo organizzato come da tradizione per il 25 Aprile, a Bergamo.

Musica, bandiere del Pd e di Rifondazione. Bandiere della pace e striscioni di unità e democrazia, contro il razzismo e le discriminazioni; contro la guerra. «No alla guerra, all’uso delle basi in Italia alla Nato» recita un altro striscione. Le celebrazioni per il 25 Aprile culminano con il corteo del centro cittadino partito alle 10, ma sono iniziate molto prima: alle 8.15 al cimitero civico, al campo dei Caduti per la Libertà, con la Messa e la deposizione delle corone d’alloro; alle 9,30, al Parco delle Rimembranze della Rocca, piazzale Brigata Legnano, cerimonia di commemorazione e deposizione delle corone d’alloro alle lapidi che ricordano i Caduti.

Il corteo è partito alle 10 dal piazzale Marconi, davanti alla stazione ferroviaria, con arrivo in piazza Vittorio Veneto. Come da tradizione, in via Pignolo angolo via Camozzi, c’è stato l’omaggio alla lapide in memoria di Ferruccio dell’Orto e l’intervento di Mauro Magistrati, presidente Anpi provinciale Bergamo. Al corteo sono state stimate dalla questura di Bergamo circa 4 mila persone.

«Grazie di essere intervenuti così numerosi. Quest’anno per la prima volta non c’è più l’amico e compagno Salvo Parigi, per oltre 70 anni presidente dell’Anpi, e voglio ricordarlo: “Ciao Salvo. No alla violenza, alla discriminazione, all’odio, al razzismo e all’omofobia”. Vogliamo dare una risposta umana affermando un’altra visione della realtà che metta al centro il valore della persona, della libertà e della democrazia come riscatto sociale» ha detto Carlo Salvioni.

Alle 10,45, in piazza Vittorio Veneto, c’è stato l’omaggio delle autorità, delle rappresentanze militari e civili e deposizione delle corone di alloro alla Torre dei Caduti e al Monumento al partigiano, con i discorsi istituzionali del sindaco Giorgio Gori e del presidente della Provincia Matteo Rossi. Previsti interventi di Marta Longhi e Filippo Pizzolaro, coordina Carlo Salvioni.

«Sono passati 73 anni dalla Liberazione. Un terzo dei nostri concittadini italiani hanno un’idea errata del 25 Aprile: rischiano di non apprezzare il valore straordinario della libertà che ci era stato negato e abbiamo riconquistato con lotte sanguinose - ha spiegato il sindaco Giorgio Gori -. L’Isrec conserva la memoria dei fatti proprio per non dimenticare e quest’anno compie 50 anni, è un’occasione per riscoprire ciò che è successo. Il rispetto della dignità di ogni persona viene prima di tutto e anche oggi dobbiamo rifuggire dalle minacce alla democrazia, perché la Resistenza è l’opposto dell’indifferenza e il 25 aprile oggi deve essere per noi una scossa».

«Festeggiamo questa giornata in un clima non molto favorevole. La confusione della bufera in questo passaggio tra seconda e terza repubblica deve scontare l’ignoranza politica e culturale e l’indifferenza che porta al pensiero unico e al finto consenso. Ancora oggi sui Social si promuovono frasi sul fascismo storico. Ma questo 25 Aprile deve lasciarci l’idea che nonostante tutto oggi noi non dobbiamo arrenderci ma essere ancora partigiani con tutta la nostra intelligenza e passione per parlare alle nuove generazioni» ha detto Matteo Rossi.

Dalle ore 14,30 alle 17,30, porte aperte a Palazzo Frizzoni, con visite guidate gratuite ogni 10 minuti; dalle ore 15 alle 17, ingresso libero e gratuito della Torre dei Caduti, in piazza Vittorio Veneto. Ore 21, nell’auditorium di piazza della Libertà, proiezione del film «Il Generale della Rovere», di Roberto Rossellini.

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