Medico torna dall’Australia
«Voglio dare una mano qui»

Nei giorni di piena emergenza da coronavirus, quando positivi e morti aumentavano in modo esponenziale e drammatico, le autorità italiane hanno lanciato l’ appello per trovare medici, infermieri e operatori sanitari che potessero aiutare chi era già in prima linea a combattere contro il Covid-19.

Molti hanno risposto presente. E tra loro c’ è anche Flavio Severgnini, 36 anni, medico specializzato in Anestesia Rianimazione e Terapia Intensiva, originario di Fontanella, che all’ epoca si trovava in Australia, dove da gennaio 2019 lavorava per il servizio ambulanze di Sydney.

«Quando ho deciso di tornare in Italia per dare una mano - racconta Flavio -, in Australia c’erano solo casi sporadici e principalmente riguardavano persone che rientravano dall’ estero.

La chiusura delle attività non era totale e si poteva uscire di casa. Non ho avuto dubbi su cosa dovessi fare: volevo tornare perché sapevo che era in corso una vera crisi e volevo aiutare la mia gente. Ho cercato subito di tornare quindi, ma tra voli cancellati e aeroporti chiusi alla fine sono riuscito a rientrare solo mercoledì 1 aprile». Al rientro Flavio si è subito messo a disposizione dell’ ospedale di Chiari, vicino a casa. «Ho chiamato l’ ospedale di Chiari - spiega - perché volevo stare vicino ai miei genitori qualora avessero bisogno di me e perché gli ospedali maggiori avevano già accolto altro personale venuto in soccorso». «Quando sono arrivato io gli accessi al pronto soccorso iniziavano a diminuire, grazie alle misure restrittive rigide. Però io lavoro in terapia intensiva e la terapia intensiva è ancora satura praticamente in tutti gli ospedali, perché vi sono ancora ricoverati quei pazienti arrivati da tempo e non ancora guariti».

A Chiari i posti letto intensivi sono quadruplicati, ma l’ ospedale ha saputo far fronte all’ emergenza. «Normalmente ci sono 5 posti in terapia intensiva qui, mentre per il coronavirus sono aumentati a 19. Significa che servono più infermieri, più rianimatori, più tutto. A livello di dpi e mascherine non abbiamo avuto problemi». Nonostante i miglioramenti, però, bisogna continuare a rispettare le regole.

«Non ci sono più le file di ambulanze che aspettando di entrare - conclude - ed è merito delle misure restrittive. Però è anche vero che vediamo molta più gente per strada negli ultimi giorni e quello che vorrei dire è di stare attenti, perché se si esce ora, tra due settimane siamo punto e a capo».

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