Mense scolastiche, caos detrazione
Non si sa come provare i versamenti fatti

Bene la detrazione dal 730 delle spese sostenute per la mensa scolastica. Ma come si fa a certificarle?

La domanda, forse un po’ semplificatoria, introduce a un tema che si fa decisamente «caldo» all’avvio della campagna fiscale 2016, con i Caf che hanno da poco aperto gli sportelli per assistere i bergamaschi nelle dichiarazioni dei redditi. E anche quest’anno, come peraltro ogni volta, bisogna misurarsi con le piccole e grandi novità della normativa.

Tra le grandi novità, nella dichiarazione da presentare nel 2016 (redditi 2015) ci sono proprio quelle relative alle spese scolastiche, soprattutto per quanto riguarda l’estensione delle spese detraibili: fino all’anno scorso la normativa contemplava le spese per asilo nido, scuola secondaria e universitaria, corsi di perfezionamento e/o specializzazione, effettuati presso istituti o università italiane o straniere, pubbliche o Master, Dottorati di ricerca, Test di ammissione alle università. Quest’anno si aggiungono le spese per le scuole materne e per le elementari (statali e non statali).

«L’Agenzia delle Entrate – spiega Michela Rossi, responsabile del Caf Cgil di Bergamo – ha chiarito che le tasse, i contributi obbligatori, nonché i contributi volontari deliberati dagli istituti scolastici o dai loro organi e sostenuti per la frequenza scolastica ma che non si configurano come erogazioni liberali per l’ampliamento dell’offerta formativa, rientrano nella nuova agevolazione, citando, a titolo di esempio, la tassa di iscrizione, la tassa di frequenza e le spese per la mensa scolastica». Dunque, ecco la mensa. Rientra nella detrazione al 19% per un massimo di spesa non superiore a 400 euro per alunno o studente (76 euro ciascuno). «Tuttavia – continua Rossi – permangono ancora troppi dubbi sull’applicazione operativa di questa nuova disposizione. Quali sono i criteri distintivi che consentono di definire una spesa quale costo sostenuto per la frequenza scolastica a fronte di miriadi di diverse spese che i genitori sostengono per l’istruzione dei propri figli? Qual è l’ente che deve certificare la spesa? Ad esempio, per i contributi d’iscrizione è ovvio pensare all’istituto scolastico, ma se si parla della mensa la questione si complica poiché in genere la mensa non è gestita dalla scuola, ma dal Comune o dalla cooperativa alla quale il Comune ha appaltato il servizio e i versamenti vengono effettuati al gestore del servizio con i metodi più disparati».

Insomma, serve chiarezza. Per i Caf e per i contribuenti, che tra l’altro possono «fare da sé», senza intermediari, utilizzando la dichiarazione precompilata che l’Agenzia delle Entrate mette a disposizione online.

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