Migranti irregolari, stretta del governo
Il questore: «Rimpatriarli è difficile»

La linea è stata dettata dal capo della Polizia Franco Gabrielli con una circolare inviata il 30 dicembre: intensificare i servizi per i controlli e l’allontanamento degli stranieri irregolari.

Per seguire questa strada il ministro dell’Interno Marco Minniti prevede l’apertura nelle prossime settimane di un Cie in ogni regione, in cui gli immigrati che non hanno i requisiti per ottenere l’asilo dovranno restare in attesa di essere rimpatriati. Perché il problema non è tanto nelle espulsioni, quanto dei rimpatri nei Paesi d’origine. «Il Cie è indispensabile per poter espellere chi non ha i documenti – spiega il questore Girolamo Fabiano -, ma per riuscire a rimpatriare i clandestini è fondamentale che ci siano accordi bilaterali tra gli Stati». «Lo straniero fermato senza documenti – spiega Maurizio Cester, segretario provinciale del Sap, Sindacato autonomo di polizia – viene portato in questura per il fotosegnalamento e l’ufficio immigrazione invia la richiesta per un posto ai Cie: siccome il posto non c’è, all’immigrato viene dato il provvedimento di espulsione che gli intima di lasciare il territorio nazionale entro 7 giorni. Se all’ottavo giorno viene trovato ancora in Italia, viene riportato in questura e riparte tutta la procedura che finisce con un nuovo decreto di espulsione. È un cane che si morde la coda». I Cie aperti in Italia sono solo tre: Roma, Torino e Caltanissetta. Impossibile contenere tutti gli immigrati senza documenti fermati in Italia.

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